Da domani sarà operativo il nuovo DPCM firmato a tarda notte dal Presidente del Consiglio, che resterà in vigore fino al 3 dicembre. Il decreto prevede l’estensione del coprifuoco dalle 22 alle 5 su tutto il territorio italiano, la didattica a distanza al 100% alle superiori, la chiusura dei musei e lo stop ai centri commerciali nei weekend.

La firma è arrivata dopo lo scontro con le regioni, a cui sono state fatte poche le concessioni. Molti governatori erano contrari alla linea del governo e in una nota della Conferenza delle Regioni si sono detti in seguito “esautorati” dalle scelte di Palazzo Chigi (La Stampa). È dovuto intervenire anche il capo dello Stato Sergio Mattarella, che ha ricevuto ieri i presidenti delle due Camere, Roberto Fico e Elisabetta Casellati, per ribadire la necessità della centralità del Parlamento e del confronto tra maggioranza e opposizioni. In una lettera inviata da Boccia e dal titolare della Salute Roberto Speranza alle Regioni i due ministri hanno risposto ai rilievi inviati sul Dpcm (Ansa). Sull’elaborazione dei dati – decisiva per stabilire in quale fascia di rischio collocare una Regione – il decreto “garantisce il coinvolgimento” delle Regioni stesse, spiega il governo. Non solo, infatti, i governatori partecipano alla cabina di regia sull’emergenza sanitaria ma nel Dpcm si precisa che il ministero della Salute emetterà le ordinanze di chiusura “sentiti” i presidenti delle Regioni, si sottolinea nella lettera. La missiva, sulla richiesta di ristori, assicura: il decreto sarà varato in settimana, le erogazioni saranno “tempestive”. 

Dal Messaggero

Oltre alla stretta nazionale, si applicano restrizioni crescenti all’aumentare del rischio-contagio nelle Regioni. Il Paese sarà diviso in tre aree, zone rosse, arancioni e verdi. In giornata, sarà reso noto l’elenco dei territori che verranno collocati nelle diverse categorie. Nelle regioni rosse chiuderanno i negozi al dettaglio, fatta eccezione per le attività di vendita di generi alimentari e i negozi di parrucchieri. Stop anche ai mercati e alle attività di bar e ristorazione (si continuerà con l’asporto, fino alle ore 22). In Lombardia, Piemonte, Calabria, Alto Adige e Valle d’Aosta, considerate a rischio massimo (“rosse”), dovrebbe essere vietato ogni spostamento non essenziale. Nelle regioni a rischio elevato (“arancioni”) si può uscire solo per ragioni di studio, lavoro o salute, chiudono bar e ristoranti ma non i negozi. In quelle verdi invece, valgono solo le disposizioni generali estese su tutto il territorio nazionale.

com.unica, 4 novembre 2020