La Francia torna nel mirino dei terroristi dopo giorni di tensione crescente con il mondo islamico. A Nizza un uomo è entrato nella cattedrale di Notre Dame e ha ucciso tre persone. Le vittime sono una donna, decapitata, di 60 anni, il sagrestano ferito in modo profondo alla gola, di 55 anni, e un’altra donna, di 44 anni, che, ferita, è riuscita a fuggire ma è morta poco dopo in un bar dove si era rifugiata. Tra gli effetti personali del killer sono stati ritrovati due telefoni cellulari e un Corano. Il criminale autore dell’attentato si chiamerebbe (non si può ancora affermare con certezza) Brahim Aoussaoui, ha 21 anni, e ha parlato in arabo alla polizia che lo ha neutralizzato. In ospedale ha detto di aver agito da solo. “L’attentatore, mentre veniva medicato dopo essere stato ferito dalla polizia, continuava a gridare senza interruzione Allah Akbar”: lo ha riferito il sindaco di Nizza, Christian Estrosi, per il quale “non c’è alcun dubbio sulla natura dell’attacco”.

Il procuratore antiterrorismo, Jean-Francois Ricard ha invitato i media alla prudenza riguardo al nome dell’indiziato, che si trova in ospedale in prognosi riservata. Ricard ha confermato che il tunisino aveva in tasca un documento rilasciato dalla Croce Rossa italiana, e che si sta indagando sul suo percorso ed eventuali complicità che gli hanno consentito di arrivare in Francia da Bari, dove si sono perse le sue tracce dopo il 9 ottobre. L’uomo è comunque sconosciuto ai servizi di informazione francesi e le sue impronte digitali non sono nello schedario dei ricercati.

Il killer di Nizza sarebbe arrivato in Italia il 20 settembre, sbarcato a Lampedusa, e dalle ricostruzioni si apprende da fonti degli apparati di sicurezza che il 9 ottobre sia stato trasferito in un Centro per migranti a Bari, dopo la quarantena obbligatoria per tutti coloro che sbarcano. Sarebbero queste le prime due tappe del tunisino nel nostro paese. Investigatori e 007 stanno ora ricostruendo tutte i movimenti successivi e le modalità che hanno consentito all’uomo di lasciare il Centro. Un ragazzo come migliaia di altri ne sono arrivati negli ultimi dieci anni in cerca di fortuna in Europa, come Anis Amri, l’altro tunisino sbarcato minorenne a Lampedusa nel 2011 e finito 5 anni dopo alla guida di un Tir assassino al mercatino di Natale a Berlino prima di finire ucciso nella sua fuga in Italia.

Gli analisti dell’intelligence sono sempre più convinti che gli attacchi siano parte di una campagna organizzata per ridare forza ai gruppi fondamentalisti, scrive oggi Repubblica. Usando Charlie Hebdo come bersaglio per riunire tutti i musulmani contro l’Occidente. Un piano che grazie alle parole di Erdogan sta diventando globale. Una convinzione nata dall’analisi delle comunicazioni tra gli ultimi registi jihadisti, sopravvissuti alla sconfitta sul campo in Siria e in Iraq; dell’ondata d’odio trasmessa online dai propagandisti dell’intolleranza; delle notizie raccolte tra le comunità fondamentaliste in Europa. Tanti indizi concordi, che hanno trovato riscontro nelle ultime terribili aggressioni condotte nelle città francesi.

com.unica, 30 ottobre 2020