Con l’annuncio di aver sventato una serie di cyber-attacchi da parte di hacker russi contro gruppi conservatori e uffici del Senato, il presidente di Microsoft Brad Smith ha lanciato un vero e proprio allarme globale: “Le democrazie di tutto il mondo sono sotto attacco. Entità straniere stanno lanciando attacchi informatici per disturbare i processi elettorali e seminare discordia”, ha scritto Smith, concludendo che l’ampliamento di tale minacce “rende chiaro che il settore tecnologico dovrà fare di più per contribuire a proteggere il processo democratico” (Bbc).

Posti di fronte all’evidenza della minaccia, scrive il Nyt, ora anche i Repubblicani pensano a un rafforzamento delle sanzioni contro la Russia, e una nuova pressione bipartisan potrebbe costringere l’amministrazione Trump a adottare la linea dura. 

I primi segnali di reazioni sono già arrivati ieri: la Casa Bianca ha deciso di imporre sanzioni contro due cittadini e un’azienda russa per attività cybernetiche sospette (Reuters), ed altre contro società russe accusate di aver violato il divieto di fare affari con la Corea del Nord (Wall Street Journal).

In visita per la prima volta a Washington, il nuovo ministro degli Esteri inglese Jeremy Hunt ha accusato Vladimir Putin in un discorso all’Institute of Peace degli Stati Uniti: “Ci sta mettendo alla prova, vuole vedere quanto unito e robusto sia l’Occidente”, ha detto, invitando l’Ue a seguire l’esempio americano e adottare nuove sanzioni (Bloomberg). “Se guardiamo alle azioni del presidente Trump, quello che notiamo è un approccio alla politica estera diverso dai suoi predecessori, ma è anche vero che è assolutamente focalizzato sulla difesa dell’ordine internazionale”, ha proseguito Hunt. 

(com.unica, 22 agosto 2018)