Era il 12 agosto del 1944 quando la “marcia della morte” del maggiore Walter Reder incrociò la località dell’Alta Versilia divenuta tristemente nota. Sono cominciate il 4 agosto e culminano oggi le celebrazioni a Sant’Anna di Stazzema, teatro – come altre località limitrofe – di uno dei più aberranti massacri ai danni della popolazione civile inflitti dalle truppe nazifasciste.

Per mantenere viva la memoria, il comune di Stazzema ha organizzato spettacoli, canti, manifestazioni sportive, deposizioni di corone in ricordo delle vittime. Un Campo della Pace è stato organizzato a Sant’Anna, in collaborazione con il land tedesco Baden Württemberg. 

Il clou oggi, anniversario della strage. Alle 10.50, dopo corteo e messa, c’è stato il saluto del Sindaco di Stazzema Maurizio Verona, del presidente dell’Associazione martiri di Sant’Anna, Enrico Pieri, dell’assessore regionale Vincenzo Ceccarelli. Ha poi avuto luogo un’orazione ufficiale del vice presidente del Parlamento Europeo, David Sassoli. Per l’occasione, è stata anche inaugurata la mostra “Colori per la pace”. 

Il Presidente della Repubblica Mattarella ha ricordato nell’occasione dell’anniversario che quella strage fu “uno dei vertici di più sconvolgente disumanità che la guerra seppe toccare”. “Sant’Anna di Stazzema è nel cuore degli Italiani – prosegue Mattarella -. In questo giorno di ricorrenza, desidero esprimere il rinnovato dolore per le tante vite innocenti così crudelmente martoriate, e insieme i sentimenti di vicinanza ai familiari delle vittime, ai discendenti, a tutti coloro che oggi partecipano alle celebrazioni di Sant’Anna di Stazzema”. Il capo dello Stato ricorda poi come “il commosso saluto della Repubblica si unisce a quello di tutti gli italiani e di tutti gli europei che considerano irrinunciabile quel patrimonio di libertà, di diritti, di solidarietà che, dopo la Liberazione, i nostri popoli sono riusciti a costruire e che siamo sempre chiamati a difendere da ogni minaccia. Una spietata ferocia si accanì allora su bambini, donne, anziani inermi, spezzando sentimenti e speranze, oltraggiando i loro corpi, occultando ogni segno di umanità negli stessi aguzzini. A tanto può giungere la violenza, l’odio, la smania di dominio: questa memoria consegna alle nostre coscienze un monito che mai può essere cancellato”.

(com.unica, 13 agosto 2018)