Nella notte di ieri l’ospedale di Al-Quds di Medici Senza Frontiere (MSF) è stato colpito in un attacco aereo compiuto sul quartiere Sukkari di Aleppo, nel nord della Siria.

Secondo fonti locali, a causa del bombardamento avrebbero perso la vita almeno 27 persone, tra cui tre bambini e sei membri dello staff medico. Benché le autorità di Damasco abbiano declinato qualsiasi coinvolgimento diretto nel raid, appare evidente che l’attacco non può che essere arrivato dagli aerei del governo siriano, che nell’ultima settimana hanno intensificato il numero delle incursioni contro le aree di Aleppo controllate dai ribelli.

“Condanniamo la distruzione dell’ospedale Al-Quds, che priva le persone di assistenza sanitaria essenziale. Gli ospedali non sono un obiettivo”, ha dichiarato con un comunicato rilanciato su tutti i social network un portavoce di MSF. In totale, secondo le stime dell’Osservatorio nazionale per i diritti umani in Siria (Ondus) sono almeno 140 i civili uccisi nei sei giorni di assedio dalle bombe sganciate sui quartieri orientali di Aleppo da elicotteri e jet agli ordini del regime di Damasco.

All’inizio del 2016 altri due ospedali, uno dei quali gestito da MSF, erano stati colpiti da attacchi aerei nella città siriana di Maarat al Noaman, a sud-ovest di Aleppo.

Qui riportiamo – dall’Huffington Post – la toccante testimonianza di un medico di un ospedale pediatrico vicino a quello che ha subito l’attacco.

Cari amici,

sono il dottor Hatem, il direttore dell’Ospedale pediatrico di Aleppo. La scorsa notte, 27 persone fra personale medico e pazienti sono stati uccisi in un attacco aereo che ha colpito il vicino ospedale di Al Quds. Il mio amico dottor Muhammad Waseem Maaz, il pediatra più qualificato della città, è stato ucciso durante l’attacco. Lui abitualmente lavorava presso l’Ospedale pediatrico durante il giorno, mentre durante la notte prestava servizio presso la struttura di Al Quds, dove si occupava delle emergenze.

Il dottor Maaz e io trascorrevamo sei ore al giorno insieme. Era cordiale, amichevole e aveva l’abitudine di scherzare molto con tutto il personale. Era il medico più amabile del nostro ospedale.

Ora mi trovo in Turchia e anche lui avrebbe dovuto far visita alla sua famiglia qui dopo il mio ritorno ad Aleppo. Non li vedeva da quattro mesi. Nonostante tutto, il dottor Maaz è rimasto ad Aleppo, la città più pericolosa del mondo, per devozione verso i suoi pazienti. Gli ospedali sono spesso tra i bersagli dalle forze governative e dalle forze aeree russe.

Giorni prima che un raid aereo ponesse fine alla vita del dottor Maaz, un altro attacco era stato registrato a soli duecento metri dal nostro ospedale. Quando i bombardamenti si intensificano, il personale medico si ripara al piano terra dell’ospedale portando con sé le incubatrici con i neonati al loro interno, per proteggerli.

Come tante altre vittime, il dottor Maaz è stato ucciso per aver salvato delle vite. Oggi vogliamo ricordare la sua umanità e il suo coraggio. Speriamo che questa storia possa essere condivisa, in modo che altri possano sapere che cosa sono costretti ad affrontare i medici ad Aleppo e in tutta la Siria.

Oggi la situazione è critica e Aleppo stessa potrebbe essere presto messa sotto assedio. Abbiamo bisogno che il mondo sappia.

Grazie per la vostra vicinanza

Dr. Hatem

(com.unica, 30 aprile 2016)