Il ciclone Donald Trump, sempre più inarrestabile, è a un passo dalla nomination dopo la conquista di tutti i cinque Stati in cui si è votato nel Supertuesday di ieri: Pennsylvania, Connecticut, Maryland, Delaware e Rhode Island. Il miliardario newyorkese ha vinto con maggioranze comprese tra il 55 e il 60%, un bottino che non si vedeva da mesi. Un risultato talmente appagante da fargli dire che i rivali “Ted Cruz e John Kasich devono proprio andare a casa”. Trump rivolge ormai costantemente lo sguardo alla sfida finale con la Clinton, che attacca con toni sempre più aggressivi e battute oscene come “se lei non fosse una donna non prenderebbe il 5% dei voti”.

Anche in campo democratico i giochi sembrano fatti, con Hillary Clinton che batte Bernie Sanders in quattro Stati (tranne il Rhode Island) ed è vicinissima a ottenere il numero necessario di delegati per poter essere designata – molto probabilmente già entro metà maggio – come candidata del suo partito per concorrere alla presidenza degli Stati Uniti. Dopo la vittoria, ieri sera a Philadelphia, Clinton ha promesso che tornerà nella città della convention democratica con “il maggior numero di voti e il maggior numero di delegati garantiti”. Afferma inoltre che saprà essere capace di unire il partito e guarda avanti rivolgendosi indirettamente anche a quella parte di establishment ed elettorato repubblicano che vede come una calamità l’avanzata dell’odiato Trump: “Se siete democratici, indipendenti o repubblicani responsabili sarò il vostro presidente”.

(com.unica, 27 aprile 2016)