[ACCADDE OGGI]

È forte la tentazione di non parlarne. Come si fa, trascorso quasi un lustro da quei tragici episodi, a parlare di una strage che ha segnato la storia recente del nostro paese, senza sapere e capire come e perché? Ma ACCADDE OGGI non può ignorare il calendario della storia che oggi annota quel maledetto 12 dicembre 1969: la strage di Piazza Fontana a Milano. 13 poveri cristi morirono sul colpo per lo scoppio di una bomba di 7 chili di tritolo nella sede della Banca Nazionale dell’Agricoltura in piazza Fontana a Milano. Altre tre persone degli oltre 80 feriti moriranno in seguito per la potente deflagrazione all’interno della banca quando l’orologio del grande salone segnava le ore 16,37 di quel venerdì del 12 dicembre 1969.

Contemporaneamente, nel giro di poco più di un’ora, altre tre bombe scoppieranno: una nel sottopassaggio di Via Veneto a Roma presso la Banca Nazionale del Lavoro, un’altra davanti all’Altare della Patria e l’altra all’ingresso del Museo centrale del Risorgimento, in piazza Venezia, provocando nel totale quasi venti feriti. Chi e perché? Quali gli ignoti motivi? Perché tanto orrore? Interrogativi che ancora oggi non trovano risposte. Tanto si è detto e scritto. Un fiume di letteratura che spesso incrocia la fantasia e la più miserevole dietrologia: “strategia della tensione”, “strage di matrice anarchica”, “violenza stragista di natura neofascista”, “terrorismo di agenti deviati al servizio dello Stato in applicazione del progetto strategico della tensione” ….

Tutto si è scritto e si è detto. Tutto è stato dibattuto nelle aule dei tribunali. Resta l’orrore di quel giorno e di quei giorni che non ha risposte. Neanche il voluminosissimo dossier dell’ex agente del KGB Mitrokhin, impantanatosi nelle solite commissioni di inchieste parlamentari ha prodotto risposte, ma solo tanti e tanti sospetti che non servono a fare giustizia per quei massacri senza colpevoli.

(Franco Seccia/ com.unica 12 dicembre 2020)