[ACCADDE OGGI]

Il 14 ottobre1980 40.000 torinesi scesero in piazza sfilando per le vie del capoluogo piemontese. Per la maggior parte erano quadri intermedi della Fiat ma anche operai e semplici cittadini stanchi dei picchettaggi ad opera dei sindacati e in prima linea della Cgil che da oltre un mese impedivano l’ingresso dei lavoratori negli stabilimenti di Mirafiori. Fu una manifestazione pacifica e senza distintivo di partito che segnò una grave sconfitta dei sindacati ma anche del Pci il cui segretario Berlinguer qualche giorno prima aveva dichiarato “Se gli operai occuperanno gli stabilimenti, il Pci li sosterrà pienamente perché possano durare un’ora in più rispetto all’intransigenza della Fiat”. I picchettaggi continuarono per giorni e giorni anche se la dirigenza Fiat si avviava a rivedere le sue drastiche posizioni in ordine alla riduzione del personale e alla messa in cassa integrazione di buona parte degli operai. Durante uno dei picchettaggi per non fare entrare a lavoro gli operai che non aderivano allo sciopero morì per infarto il 48enne caporeparto Vincenzo Bonsignore e forse fu questa la miccia che fece esplodere la rabbia sia pure composta e silenziosa dei quarantamila che scesero in piazza sostenendo che “il lavoro si difende lavorando!”.

La marcia dei quarantamila a Torino fu etichettata dai media come “marcia della maggioranza silenziosa” anche se storicamente appare inesatto perché fu a Milano e anni prima che nacque e si palesò anche con manifestazioni popolari il “movimento della maggioranza silenziosa” che vedrà trai suoi fondatori e simpatizzanti molti perseguitati e gambizzati dalle frange della sinistra extraparlamentare.

In ogni caso la marcia dei 40mila di Torino porterà il Pci e il Sindacato a interrogarsi sul proprio ruolo negli anni a seguire e farà esplodere un sentimento di diffusa insofferenza anche tra coloro che normalmente seguono la politica da casa senza mai apparire.

(Franco Seccia, com.unica 14 ottobre 2017)