Da oggi a giovedì proseguono a Bruxelles i negoziati per la Brexit (Politico). Al centro del second round di confronto il “prezzo del divorzio”: la richiesta da parte di Bruxelles oscilla tra i 50 e i 75 miliardi di euro. C’è poi Euratom, l’Agenzia europea per il nucleare, l’idea di abbandonarla però divide il partito di Theresa May.

Intanto Londra cerca di organizzarsi per fare del futuro isolamento un punto di forza, in grado di attrarre nella City nuovi investitori – prima fra tutti la compagnia di Stato saudita Saudi Aramco, che sta per lanciare quella che potrebbe essere la più grande Ipo della storia – e limitare i danni dovuti alla fuga verso altre capitali europee delle principali banche mondiali (Sole24Ore). Due giorni dopo l’annuncio di Saudi Aramco, da Londra è arrivata una mano tesa istituzionale ai sauditi e alla loro ricca discesa in Borsa: la Financial Conduct Authority (Fca), autorità che regola i mercati e i servizi finanziari nel Regno Unito, ha proposto di introdurre nuove regole e un nuovo indice alla Borsa di Londra per consentire la quotazione di società controllate da stati sovrani, proprio come Saudi Aramco. Le banche e le società finanziarie – fa notare ancora il quotidiano della Confindustria – sono quelle che sono più a rischio per effetto della Brexit. Con migliaia di posti di lavoro in meno per la City – alcune stime parlano di oltre 13mila posti solo tra i big del credito – e interi rami di attività che le banche globali sposteranno a breve in altre capitali europee. L’Associazione delle banche estere in Germania prevede nei prossimi due anni l’arrivo di 3-5mila funzionari e dirigenti bancari a Francoforte, in 12-14 banche che espanderanno o apriranno la loro sede nella città della Bce per la Brexit.

Il Cancelliere dello Scacchiere Philip Hammond, intervistato dalla Bbc, ammette che le aziende stanno frenando sugli investimenti. Secondo il ministro, inoltre, le trattative “andranno avanti per anni” (Bloomberg). Per il ministro ombra dell’economia Rebecca Long-Bailey sarà difficile che Londra riesca a ottenere la permanenza all’interno del mercato unico (Guardian). 

(com.unica, 17 luglio 2017)