Per la prima volta nessuno dei candidati dei partiti tradizionali va al ballottaggio. Centrodestra e socialisti invitano a sostenere Macron

Saranno il candidato del movimento En Marche! Emmanuel Macron (23,8%) e la leader del Front National Marine Le Pen (21,6% dei voti) ad affrontarsi nel ballottaggio delle presidenziali francesi del prossimo 7 maggio. Esclusi, benché a poca distanza, il rappresentante del centrodestra François Fillon (19,9%) e quello della sinistra radicale Jean-Luc Mélenchon (19,5%). Debacle per il socialista Benoît Hamon, che ottiene meno del 7% dei voti. L’affluenza è stata del 77,3%, in lieve calo rispetto al 2012. Subito dopo l’annuncio dei primi risultati, a Parigi ci sono state manifestazioni contro il Front National e scontri con la  polizia, presente sulle strade della capitale con blindati e centinaia di poliziotti e gendarmi in assetto anti-sommossa. Esplosioni di petardi, cariche della polizia, lancio di lacrimogeni e in pochi minuti le forze dell’ordine hanno evacuato il centro della piazza della Bastiglia, in un fuggi fuggi generale. “Si volta oggi chiaramente pagina nella vita politica francese” ha dichiarato a urne chiuse Emmanuel Macron. “Il Paese – dice il leader di En Marche nel suo primo discorso  – sta attraverso un periodo inedito nella sua storia, con la crisi, il terrorismo e ha risposto nel modo migliore. Io voglio andare oltre i risultati di stasera e unire tutti i francesi. Porterò avanti l’esigenza di ottimismo e la speranza che noi vogliamo per il nostro Paese e per l’Europa. Spero tra 15 giorni di diventare presidente del popolo francese, dei patrioti, per farla finita con tutti i nazionalismi”. Record assoluto per il Front National di Marine Le Pen (7 milioni di voti). “Mi avete portato al secondo turno delle presidenziali. Ne sono onorata con umiltà e riconoscenza. Vorrei esprimere a voi elettori patrioti la mia più profonda gratitudine” – ha dichiarato la candidata ultra nazionalista. “E’ un risultato storico, un atto di fierezza di un popolo che solleva la testa, che confida nel futuro”.

In vista del secondo turno il centrodestra si è subito schierato con Macron, così come il candidato del partito socialista Benoît Hamon (Le Monde). Nessuna dichiarazione di voto, invece, da parte di Mélechon. Alla notizia del ballottaggio Le Pen-Macron, con il secondo largamente favorito al ballottaggio grazie anche al sostegno di socialisti e gollisti, l’euro ha guadagnato il 2% sui mercati asiatici, toccando il picco più alto da novembre. 

Tra le analisi del post-voto da segnalare quella di Liberation, che descrive uno scenario da fine della V Repubblica. In cui si sottolinea che mai (con l’eccezione delle elezioni del 2002) il solco tra i primi due candidati era stato così stretto e che i due maggiori partiti tradizionali per la prima volta sono stati esclusi dal duello finale, totalizzando insieme appena il 26% dei voti, contro il 57% del 2007 e il 56% del 2012, con una perdita netta di 30 punti percentuali. E tutto questo potrebbe portare, a prescindere dall’esito del ballottaggio, a un parlamento senza la presenza di una netta maggioranza. Siamo insomma in un terreno inseplorato per quanto riguarda la democrazia francese, come afferma il direttore della Stampa Maurizio Molinari, che molto probabilmente costringerà il vincitore a una larga coalizione tra forze politiche diverse. Un compito non facile in ogni caso, considerando inoltre che il vincitore dovrà gestire un quadro economico non semplice, tra disoccupazione, peso del debito pubblico e necessità di una maggiore competitività.

(com.unica, 24 aprile 2017)