Il consigliere per la sicurezza nazionale americano, il tenente generale McMaster, ha detto che gli Stati Uniti potrebbero condurre altri bombardamenti contro Assad, ma ha escluso che possano agire in maniera unilaterale per allontanarlo. Secondo il Guardian la linea di Trump appare al momento questa: non c’è soluzione finché Assad non lascia. Ma avendoci già abituato nei mesi scorsi a repentini cambi di rotta, non è da escludere che il presidente americano possa sposare un’altra strategia: dovrà essere il popolo siriano a scegliere il proprio destino (Washington Post).

Gli alleati del presidente siriano, Russia e Iran in testa, hanno fatto sapere che risponderanno a ogni ulteriore aggressione americana in Siria. Il segretario di Stato americano Rex Tillerson, che oggi sarà in Italia al G7 dei ministri degli Esteri e domani volerà in Russia per discutere di Siria, ha definito Mosca “incompetente” per la difesa del regime siriano dopo l’utilizzo delle armi chimiche. Tuttavia McMaster ha affermato che la Russia, in quanto potente alleato di Assad, potrebbe ora avere le carte in mano per poter cambiare il corso degli eventi. “La Russia deve chiedersi: ‘Che ci facciamo qui?’” si chiede McMaster, intervistato su Fox News. “‘Perché stiamo sostenendo questo regime omicida responsabile di un genocidio di massa della sua popolazione facendo ricorso alle armi più atroci disponibili?’” Nella sua prima intervista da quando ha sostituito il generale in pensione Michael Flynn, McMaster ha detto gli Stati Uniti sono ancora disponibili a un riavvicinamento con il Cremlino, come Trump ha suggerito per mesi. “La Russia potrebbe essere parte della soluzione”, ha detto. 

Gli Stati Uniti in queste ultime ore sono impegnati a fronteggiare anche un’altra possibile area di crisi. Proprio ieri hanno dirottato la portaerei Carl Vinson, che era diretta in Australia, verso la penisola coreana. Un messaggio indiretto a Kim Jong-Un, che avrebbe in programma un nuovo test nucleare per questa settimana. Ma secondo Pyongyang i raid americani in Siria provano ancora di più quanto sia importante per la Corea del Nord continuare il proprio programma atomico.

(com.unica, 10 aprile 2017)