Il premier Paolo Gentiloni e il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan accusano la Vigilanza della Bce di mancanza di trasparenza sui criteri dettati per la ricapitalizzazione di Monte dei Paschi e si preparano a una partita con la Commissione europea che durerà almeno due mesi. Il ministro dell’Economia in particolare non nasconde la sua irritazione nei confronti della Bce: i criteri sul fabbisogno patrimoniale che sono stati applicati alla terza banca italiana sono a suo giudizio «eccessivi», tanto da far pensare che la decisione dell’organo di Francoforte abbia avuto risvolti politici, oltre che finanziari. Ma un monito al governo arriva anche dalla Germania: l’intervento dello Stato nel capitale della banca dev’essere un caso eccezionale. Un portavoce del ministero delle Finanze tedesco, interpellato dall’agenzia Reuters sulla vicenda Monte dei Paschi di Siena, ha detto che “la Banca centrale europea e la Commissione europea devono controllare e assicurarsi che le autorità italiane si attengano alle regole”.

Il piano di ristrutturazione di Mps dovrà essere presentato entro due mesi alla Commissione Europea. Lo prevede la procedura per richiedere la garanzia dello Stato su nuove obbligazioni da emettere come sostegno alla liquidità. Mps dovrà presentare il piano al Governo e solo successivamente partirà ci sarà la contrattazione tra l’esecutivo e la Commissione. Spetterà infine a quest’ultima valutare la compatibilità del nuovo piano con le norme in tema di aiuti di Stato. 

Sul futuro di MPS da segnalare un’autorevole analisi sul Foglio di Luigi Guiso, professore all’Einaudi Institute for Economics and Finance (Eief, fondazione finanziata dalla Banca d’Italia), secondo il quale la vera sfida sarà quella di tenere la politica fuori dalla banca: “Il Tesoro ha tre compiti a Siena: tenere lontane le fondazioni, rivoluzionare la struttura dirigente, ricordarsi cos’è il rischio”. Salvata MPS e i piccoli risparmiatori clienti di MPS, è anche necessario che parta una campagna di informazione per rendere edotti i risparmiatori italiani delle nuove norme. Un campagna, finora elusa, di cui Il Tesoro se ne deve fare promotore. Inoltre, scrive l’economista “il Tesoro deve avere una gestione attiva nelle banche dove interviene, garantendo una governance competente e con un obiettivo chiaro fin dall’inizio: rimettere le banche sul mercato quanto prima”. Infine, non bisogna dimenticare l’origine dei problemi che lo Stato è chiamato a risolvere, che nascono tutti da difetti nella struttura proprietaria che ha generato un governo di queste banche malsano e poco orientato all’efficienza. “La crisi economica ovviamente – conclude Guiso – è stata il detonatore che ha portato alla luce i problemi: quando le cose vanno bene, vanno discretamente anche per chi gestisce male. E’ quando le cose vanno male che la cattiva gestione emerge nuda. Nel rimettere sul mercato MPS (ed altre banche che possano essere interessate all’intervento pubblico) il Tesoro dovrà prestare un occhio molto serio alla struttura proprietaria. Non vorrei che le fondazioni uscite a forza dalla porta aperta dalla crisi rientrino dalla finestra delle ri-privatizzazione”.

(com.unica, 29 dicembre 2016)