Come aveva fatto intendere nei giorni scorsi il premier Renzi l’Italia ha posto il veto all’approvazione del Bilancio europeo. “Abbiamo confermato la nostra riserva sull’adozione del riesame del bilancio multiannuale proposto dalla presidenza slovacca”, ha detto il sottosegretario agli Affari europei Sandro Gozi a margine del Consiglio affari generali a Bruxelles. “Siamo stanchi di un’Europa che è piccola con le cose grandi e grande con le cose piccole – ha detto Gozi. “E noi siamo convinti che, se l’Europa non cambia, siamo di fronte all’inizio della disintegrazione europea”. Lo stesso Renzi ha poi rincarato la dose: “Abbiamo posto il veto all’Europa che voleva lasciare i siciliani a farsi carico dell’immigrazione, di salvare migliaia e delle soluzioni e della complessità della vicenda. E poi riempiono di soldi i Paesi europei che non accettano non soltanto un accordo che loro hanno firmato, ma con i nostri soldi alzano i muri”.  Il sottosegretario slovacco per gli Affari europei Ivan Korcok ha però fatto sapere che presenterà comunque l’accordo al Parlamento europeo “pur rispettando la riserva espressa dall’Italia e l’astensione del Regno Unito”. 

La riserva italiana arriva dopo giorni di schermaglie tra Roma e la Commissione europea, ancora prudente nel suo giudizio sulla bontà della manovra presentata dall’esecutivo Renzi. Mentre l’Italia preme per il via libera alla legge di bilancio con uno sforamento del deficit a compensazione delle maggiori spese per migranti e terremoto, l’Ue si divide, scrive oggi il Corriere. Alla ricerca di una soluzione ragionevole sta lavorando il ministro degli Esteri Gentiloni, che ieri ha incontrato a Bruxelles gli eurodeputati italiani e i più autorevoli eurosocialisti delle istituzioni Ue, il presidente tedesco dell’Europarlamento Martin Schulz e il primo vicepresidente della Commissione europea, l’olandese Frans Timmermans, per ricordare gli aggravi di bilancio subiti dall’Italia lasciata sola dall’Europa a fronteggiare l’emergenza nel Mediterraneo. Un sostegno indiretto alla posizione italiana arriva da Obama nel corso della sua visita in Grecia, prima tappa del suo ultimo viaggio in Europa da Presidente degli Stati Uniti: “È necessario un alleviamento del debito per contribuire a ripristinare la crescita, l’austerità da sola non genera prosperità” ha dichiarato al termine del suo incontro con il premier Tsipras.

(com.unica, 16 novembre 2016)