Il piano del governo sulla banda ultralarga, per un valore complessivo di 4 miliardi di euro può finalmente partire. Ieri da Bruxelles è arrivato il parere positivo della Commissione europea che permette di sbloccarlo. Per Margrethe Vestager, commissaria responsabile della politica della concorrenza, “il piano per la banda larga ad alta velocità porterà internet più veloce a consumatori e imprese. Aiuterà il paese a dotarsi delle infrastrutture necessarie, contribuendo così alla creazione di un mercato unico digitale connesso nell’Ue“. La Commissione ha pertanto stabilito che le risorse statali destinate al piano non avrebbero potuto concedere un indebito vantaggio agli operatori privati e quindi non ci sarebbe stato alcun motivo per non dare il via libera. Vi è da aggiungere che gli investimenti dovranno servire per portare l’accesso veloce a Internet in quelle aree del paese in cui non è attualmente disponibile.

La strategia italiana si pone l’obiettivo di aumentare la copertura di connessioni ad alta velocità, raggiungendo l”85 per cento della popolazione e tutti gli edifici pubblici (soprattutto scuole e ospedali) con una connettività di almeno 100 Mbps; inoltre – come viene sottolineato nella nota della Commissione europea – “comporterà la spesa di denaro pubblico in aree poco servite senza escludere gli investimenti privati e promuoverà l’utilizzo delle infrastrutture esistenti creando una base di dati con le informazioni pertinenti”.

Il sottosegretario alle Comunicazioni Giacomelli ha sottolineato al riguardo che si tratta di “uno dei più importanti processi di modernizzazione economica della storia della Repubblica”. D’altra parte, come sottolinea, “sbaglia chi pensa che le aree bianche siano poco interessanti dal punto di vista economico”: si tratta di “7300 comuni italiani su 8mila e 13 milioni di cittadini” e l’Istat ha parlato di potenziali benefici in termini di produttività tra i 7 ed il 23 per cento a seconda delle regioni e dei settori.

(Sebastiano Catte, com.unica 1 luglio 2016)