Oggi è il terzo giorno della visita di Papa Francesco in Africa. In mattinata ha visitato il quartiere povero di Kangemi a Nairobi, dove ha potuto toccare con mano il dramma della povertà e dell’emarginazione urbana. Tragedie che nascono – ha detto il Pontefice – “da ferite provocate dalle minoranze che concentrano il potere, la ricchezza e sperperano egoisticamente mentre la crescente maggioranza deve rifugiarsi in periferie abbandonate, inquinate, scartate”. Francesco ha chiesto in maniera esplicita alle autorità di prendere la strada di una rispettosa integrazione e di puntare sull’inclusione sociale, sull’istruzione, sullo sport, sulla tutela delle famiglie perché – ha precisato – “questa è l’unica garanzia di una pace giusta, vera e duratura”.

Il Papa è intervenuto anche all’incontro interreligioso di Nairobi, dove ha rimarcato la necessità di una riduzione dell’impatto climatico, in vista del vertice Cop21 di Parigi. “Sarebbe triste e oserei dire perfino catastrofico – ha detto a questo riguardo Francesco – che gli interessi privati prevalessero sul bene comune e arrivassero a manipolare le informazioni per proteggere i loro progetti”. Il ‘cambio di rotta’ sull’ambiente è possibile, servono soluzioni politiche e tecniche ma anche istruzione e formazione, serve un nuovo stile culturale, e la “assunzione di una cultura della cura: cura di sé, cura degli altri, cura dell’ambiente, al posto della cultura del degrado e dello scarto: scarto di sé, dell’altro, dell’ambiente”.

Intanto vasta eco ha avuto il discorso che Papa Francesco ha tenuto ieri all’Università di Nairobi, dove è ancora vivo il ricordo degli attacchi terroristici dei fondamentalisti islamici al Westgate Mall, al Garissa University College e a Mandera. “Troppo spesso – ha detto – dei giovani vengono resi estremisti in nome della religione per seminare discordia e paura e lacerare il tessuto stesso delle nostre società; quanto è importante che siamo riconosciuti come profeti di pace, operatori di pace, che invitano gli altri a vivere in pace, armonia, e rispetto reciproco”.

Intanto nel pomeriggio si svolgerà la cerimonia di congedo all’aeroporto internazionale “Jomo Kenyatta” di Nairobi, quindi il Papa partirà in aereo per Uganda, dove l’arrivo è previsto per le 17,30.

(com.unica, 27 novembre 2015)