È uno di quei momenti in cui l’Italia sa fare l’Italia. Ovvero, quando sa mettere insieme tre elementi che nessun altro Paese possiede in questa combinazione: profondità di pensiero, qualità della vita e irripetibile bellezza dei luoghi. Parliamo del “Festival della Lentezza” di Parma, giunto orgogliosamente alla sua undicesima edizione.
Parma, città elegante e colta, si prepara dunque ad accogliere dal 6 all’8 giugno tre giorni di incontri, spettacoli, laboratori e mostre tra Borgo delle Colonne, Piazzale Salvo d’Acquisto e Piazzale San Francesco.
Il tema quest’anno è intrigante: un “filo rosso” che, ispirandosi alla leggenda giapponese, collega idealmente ogni individuo alla persona cui è destinato. Il filo può annodarsi o allungarsi, ma mai spezzarsi. Metafora perfetta per un festival che celebra la lentezza in tempi di frenetica superficialità.
Michele Serra aprirà il festival il venerdì 6 giugno (ore 18:00, piazzale San Francesco), con un incontro sul “Senso del limite”, dialogando con Emma Nicolazzi Bonati. Sempre venerdì (ore 18:30, cortile d’onore di Casa della Musica) spicca Sofia Pasotto che converserà con Federico Taddia di crisi climatica – tema che in questa strana primavera italiana sembra particolarmente attuale. Per chi invece cerca riflessioni sul rapporto genitori-figli, la psicoterapeuta Stefania Andreoli presenterà “Il bandolo della matassa” (ore 21:30, piazzale San Francesco). Alla stessa ora il divulgatore ambientale e stand up comedian Fill Pill farà “Divulgazione Coatta Ambientale” (ore 21:30 – Colonne 28).
Sabato 7 giugno (ore 14:30, sala concerti Casa della Musica) vedrà protagonisti, tra gli altri, Espérance Hakuzwimana con il suo libro “Tra i bianchi di scuola”, una guida per immaginare una scuola plurale e aperta, mentre Simone Pieranni (sabato 7 giugno, ore 16:00, Colonne 28) ci proietterà nel futuro con “2100, Come sarà l’Asia, come saremo noi”. Per chi ama Rodari, Massimo Vitali (sabato 7 giugno, ore 17:30, cortile d’onore Casa della Musica) proporrà un viaggio verso lo scrittore meno conosciuto, “oltre l’infanzia”. Alla sera (21:30) tornano protagoniste le questioni ambientali, con lo spettacolo “Le ragazze salveranno il mondo” di e con Annalisa Corrado e Monica Morini.
Domenica 8 giugno sarà il momento di Gad Lerner (ore 12:00, Cortile d’onore Casa della Musica) che presenterà il suo libro “Gaza”, mentre Antonio Scurati – Premio Strega – parlerà di “M. La fine e il principio”, ultima tappa della sua monumentale opera sul fascismo (domenica 8 giugno, ore 18:00, piazzale San Francesco).
A concludere il Festival, un concerto del violoncellista Mario Brunello (domenica 8 giugno, ore 21:30, Chiesa di San Francesco del Prato), che poi proseguirà con un trekking natur-gastro-eno-musicale sull’Appennino Parmense (da lunedì 9 a mercoledì 11 giugno).
Il bello del Festival è anche il coinvolgimento del quartiere ospitante, con un laboratorio creativo condotto dalla compagnia teatrale Anellodebole in collaborazione con Progetto Itàca e Università di Parma, che vede la partecipazione di studenti universitari, educatori e residenti; e la collaborazione con due scuole superiori, il Liceo classico Romagnosi e il Liceo artistico Toschi.
“Un filo rosso, disteso come un gomitolo di eventi, una tempesta di vita che scorre, una grazia, una danza. E il conforto di un legame a prescindere, la promessa che siamo”, recita la presentazione. Parole poetiche che danno la misura di un evento che vuole essere antidoto alla frenesia contemporanea.
Viviamo in un Paese dove l’arte del vivere lentamente è stata perfezionata per secoli, poi ci siamo fatti convincere che la velocità sia l’unica strada per la modernità. Forse eventi come questo servono a ricordarci che anche rallentare può essere rivoluzionario.
“Quest’anno il Festival della Lentezza sarà lo srotolarsi di un gomitolo unico di storie legate tra loro”, afferma il direttore artistico Marco Boschini. “C’è la storia collettiva negli 80 anni dalla liberazione, e le storie intime di chi per colpa della malattia ha smarrito la strada. C’è il legame tra generazioni diverse e il legame complicatissimo che abbiamo con la Natura. Più di 50 appuntamenti per una tre giorni all’insegna della leggerezza e del pensiero condiviso”.

com.unica, 5 giugno 2025

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