Ottant’anni fa il bombardamento di Dresda, pagina della storia a lungo ignorata

Tra il 13 e il 14 febbraio 1945 la città tedesca fu rasa al suolo da 700 Lancaster della Royal Air Force e dall’aviazione statunitense
Il 25 aprile, abbiamo ricordato l’ottantesimo anniversario della Liberazione dell’Italia dal nazifascismo ma, ottant’anni fa, nella notte tra il 13 e 14 febbraio 1945, si consumò il più devastante bombardamento della 2° guerra mondiale ad opera degli alleati, quello della città di Dresda, capitale della Sassonia e, futura capitale della DDR, al termine della guerra.
Una pagina della storia del Novecento a lungo ignorata e oggetto, ancora adesso, di una controversa ricostruzione storica di quanto accaduto, frutto di un revisionismo di comodo, che allontana la verità.
La notte tra il 13 e il 14 febbraio del ’45, 700 bombardieri Lancaster della Raf bombardarono Dresda in due ondate successive, con bombe incendiarie esplosive, provocando incendi e morte, quasi tutti civili. Il giorno successivo, fu la volta dei B 17 americani, che completarono la distruzione di Dresda con un bilancio di vittime spaventoso, almeno 25 mila in sole 48 ore.
Fino ad allora la città, gioiello del barocco, era stata l’unica città tedesca risparmiata dagli Alleati ed è, ancora oggi, considerata città martire, vero mito che continuò ad essere presente anche nella DDR. Anzi il regime comunista, durante la Guerra Fredda, utilizzò il mito della città martire per alimentare e sostenere la tesi dell’innocenza di una parte della Germania, vittima sia dei nazisti che degli alleati.
I nazisti parlarono all’epoca di 100.000 vittime, accusando gli anglo-americani di barbarie nei confronti di una città considerata patrimonio della cultura mondiale, che non aveva alcuna importanza strategico-militare.
Nulla di più falso, perché Dresda era uno snodo cruciale per gli spostamenti delle truppe tedesche impegnate ad arginare l’avanzata dell’Armata Rossa, come non c’è alcun dubbio che l’obiettivo degli Alleati fosse quello di fiaccare moralmente la popolazione con un bombardamento tanto devastante da accelerare, in breve tempo, la capitolazione della Germania.
Oggi, in una Germania alle prese con una crisi economico-politica senza precedenti, come dimostra l’elezione a Cancelliere del cristiano-democratico Merz solo alla seconda votazione, nel primo era stato tradito da 18 franchi tiratori, è l’ultra destra nazionalista dell’Afd che porta avanti il mito di Dresda città martire.
Migliaia di militanti di estrema destra si sono dati appuntamento nella città, per una marcia funebre in ricordo delle vittime del bombardamento in quel lontano febbraio del 1945. Si tratta, a ben vedere, di una spregiudicata operazione di revisionismo storico da parte di un partito, come la Afd, secondo nei sondaggi nazionali, che cerca da un lato di ridimensionare e relativizzare i crimini nazisti, dall’altro di riproporre la “Sonderweg” di una Germania svincolata dall’Occidente e protesa, invece, verso l’Est.
Angela Casilli, com.unica 9 maggio 2025