Verso il Conclave, le percentuali dei papabili secondo l’intelligenza artificiale

Grok dà come favorito il Cardinale Pietro Parolin, che precede nell’ordine i cardinali Zuppi e Pizzaballa. Ma c’è l’incognita Spirito Santo, su cui nessun chatbot generativo è in grado di fornire alcuna valutazione
Abbiamo chiesto a Grok, il popolare chatbot generativo di intelligenza artificiale sviluppato da xAI (lanciato nel 2023 su iniziativa di Elon Musk), di stilare una classifica dei 10 cardinali papabili per il prossimo Conclave che eleggerà il successore di Papa Francesco a partire dal 7 maggio.
La classifica dovrà essere stilata sulla base di un’analisi dei criteri che hanno influenzato le elezioni dei precedenti cinque papi (Paolo VI, Giovanni Paolo I, Giovanni Paolo II, Benedetto XVI e Francesco). Tali criteri includono: carisma personale, capacità diplomatica, orientamento teologico (progressista, moderato o conservatore), provenienza geografica (per rappresentare la globalizzazione della Chiesa), età (per garantire un pontificato sufficientemente lungo ma non troppo), esperienza pastorale e amministrativa, e abilità nel rispondere alle sfide contemporanee. Le sfide attuali e future per la Chiesa includono: la secolarizzazione, il dialogo interreligioso, le crisi geopolitiche (Ucraina, Medio Oriente), la giustizia sociale, la gestione degli scandali legati agli abusi, l’inclusione (donne, minoranze, questioni di genere), e la comunicazione in un’era digitale. La classifica tiene conto delle informazioni disponibili fino al 4 maggio 2025, con particolare attenzione alle fonti che descrivono i papabili e il contesto del Conclave.
Di seguito, ecco la graduatoria dei 10 cardinali papabili, ordinati per probabilità percepita di elezione, con scheda biografica, punti di forza e debolezze per ciascuno. La classifica riflette un’analisi delle dinamiche del Collegio Cardinalizio, composto da 135 elettori (ridotti a 132 per rinunce), di cui l’80% nominati da Francesco, e considera il desiderio di continuità con il suo pontificato progressista, ma anche la necessità di unità in una Chiesa polarizzata.
1. Pietro Parolin (30%)
Scheda biografica: Nato a Schiavon (Vicenza) il 17 gennaio 1955, 70 anni. Ordinato sacerdote nel 1980, ha costruito una carriera diplomatica di alto livello, servendo come nunzio in Venezuela e sottosegretario per i Rapporti con gli Stati. Nominato Segretario di Stato da Francesco nel 2013, è cardinale dal 2014. Ha gestito accordi cruciali, come quello con la Cina sulla nomina dei vescovi.
Punti di forza:
- Diplomazia: È un mediatore esperto, apprezzato per la sua capacità di navigare crisi geopolitiche complesse (es. Cina, Venezuela*)
- Consenso trasversale: Non è facilmente classificabile come progressista o conservatore, il che lo rende un candidato di compromesso in un Collegio diviso.
- Conoscenza del Collegio: È ben conosciuto da tutti i cardinali, grazie al suo ruolo centrale in Vaticano e alle sue esperienze internazionali.
- Continuità: Visto come un successore naturale di Francesco, capace di portare avanti le sue riforme in modo discreto.
Punti di debolezza:
- Mancanza di carisma mediatico: Non ha il fascino comunicativo di Francesco o Giovanni Paolo II, essenziale per raggiungere i giovani in un’era digitale.
- Associazione con la Curia: Alcuni cardinali potrebbero preferire un outsider, vista la percezione di opacità in alcune gestioni vaticane.
- Età: A 70 anni, il suo pontificato potrebbe essere relativamente breve rispetto a candidati più giovani.
Probabilità di elezione: Alta. Parolin è il favorito dei bookmaker e dei vaticanisti per la sua capacità di unire fazioni e la sua esperienza amministrativa.
2. Matteo Maria Zuppi (25%)
Scheda biografica: Nato a Roma l’11 ottobre 1955, 69 anni. Ordinato sacerdote nel 1981, legato alla Comunità di Sant’Egidio, nota per il dialogo interreligioso e la pace. Arcivescovo di Bologna dal 2015 e cardinale dal 2019. Presidente della CEI, ha mediato in conflitti.
Punti di forza:
- Profilo pastorale: La sua vicinanza agli ultimi e il suo stile semplice rispecchiano l’eredità di Francesco.
- Mediazione: La sua esperienza in negoziati di pace (es. Mozambico 1992, Ucraina) lo rende adatto a gestire crisi globali.
- Progressismo moderato: Allineato alle riforme di Francesco, ma con un approccio non polarizzante.
- Rete italiana: L’Italia ha ancora il maggior numero di elettori (17), e Zuppi è ben radicato nel contesto romano.
Punti di debolezza:
- Legame con Sant’Egidio**: Alcuni cardinali potrebbero vedere la sua affiliazione come un limite, ricordando il caso di Angelo Scola nel 2013.
- Esperienza limitata in Curia: Meno esperto di Parolin nella gestione vaticana, il che potrebbe preoccupare chi cerca un amministratore.
- Concorrenza italiana: La presenza di altri italiani papabili (Parolin, Pizzaballa) potrebbe frammentare i voti.
Probabilità di elezione: Molto alta. Zuppi è un forte contendente, ma la competizione con Parolin lo pone al secondo posto.
3. Pierbattista Pizzaballa (15%)
Scheda biografica: Nato a Cologno al Serio (Bergamo) il 21 aprile 1965, 60 anni. Ordinato sacerdote nel 1990, francescano, è Patriarca di Gerusalemme dei Latini dal 2020 e cardinale dal 2023. Ha vissuto in Terra Santa per 35 anni, mediando tra cristiani, ebrei e musulmani.
Punti di forza:
- Ruolo simbolico: La sua posizione in Terra Santa lo rende una figura di equilibrio in un’area cruciale per il dialogo interreligioso.
- Giovinezza: A 60 anni, garantisce un pontificato potenzialmente lungo, un fattore chiave dopo due papi eletti a 78 anni.
- Tradizionalismo moderato: Apprezzato sia dai progressisti che dai conservatori per il suo equilibrio liturgico e teologico.
- Outsider appeal: Come Francesco nel 2013, potrebbe sorprendere come scelta non prevista.
Punti di debolezza:
- Esperienza limitata: Non ha ricoperto ruoli amministrativi di alto livello in Vaticano, un possibile svantaggio.
- Ordine religioso: Dopo un papa gesuita, un francescano potrebbe essere visto come un rischio per la continuità.
- Concorrenza locale: La presenza di altri italiani potrebbe ridurre i suoi voti.
Probabilità di elezione: Alta, ma inferiore a Parolin e Zuppi per la sua minore esperienza curiale..
4. Luis Antonio Gokim Tagle (10%)
Scheda biografica: Nato a Manila (Filippine) il 21 giugno 1957, 67 anni. Gesuita, ordinato sacerdote nel 1982. Proprefetto del Dicastero per l’Evangelizzazione, cardinale dal 2012. Ha studiato negli Stati Uniti e ha un dottorato in teologia.
Punti di forza:
- Rappresentanza asiatica: L’Asia è una frontiera per la Chiesa, e Tagle rappresenta una Chiesa globale.
- Carisma comunicativo: Conosciuto per il suo stile empatico e mediatico, simile a Francesco.
- Allineamento con Francesco: Progressista, sostiene le riforme di Bergoglio su inclusione e periferie.
- Esperienza internazionale: La sua formazione e i ruoli in Vaticano lo rendono ben conosciuto.
Punti di debolezza:
- Percezione di eccessivo progressismo: Alcuni conservatori lo vedono come troppo vicino a Francesco, rischiando polarizzazione.
- Competizione globale: Altri cardinali non europei (es. Ambongo, Gregory) potrebbero dividere i voti “globali”.
- Gestione amministrativa: Meno esperienza in ruoli gestionali rispetto a Parolin.
Probabilità di elezione: Buona, ma la mancanza di un blocco asiatico coeso lo pone dietro gli italiani.
5. Jean-Marc Aveline (8%)
Scheda biografica: Nato a Sidi Bel Abbès (Algeria) il 26 febbraio 1959, 66 anni. Arcivescovo di Marsiglia dal 2019, cardinale dal 2022. Di origine algerina, promuove il dialogo con l’Islam e l’accoglienza dei migranti.
Punti di forza:
- Dialogo interreligioso: La sua esperienza con l’Islam lo rende ideale per affrontare una delle sfide chiave della Chiesa.
- Progressismo: Allineato con Francesco su emarginazione e accoglienza, ma con toni moderati.
- Età ottimale: A 66 anni, bilancia esperienza e longevità.
- Outsider potenziale: La sua origine nordafricana potrebbe attrarre voti da Africa e Asia.
Punti di debolezza:
- Profilo basso: Meno conosciuto rispetto a Parolin o Zuppi, il che potrebbe limitare il suo appeal.
- Posizioni pro-migranti: Criticate da alcuni cardinali europei, specialmente conservatori.
- Esperienza curiale limitata: Non ha ricoperto ruoli vaticani di primo piano.
Probabilità di elezione: Moderata. La sua unicità lo rende interessante, ma la competizione europea lo penalizza.
6. Péter Erdő
Scheda biografica: Nato a Budapest (Ungheria) il 25 giugno 1952, 72 anni. Arcivescovo di Esztergom-Budapest, cardinale dal 2003. Teologo e canonista, ha partecipato a due conclavi. Nominato da Giovanni Paolo II.
Punti di forza:
- Esperienza: La sua lunga carriera e la partecipazione a conclavi lo rendono una figura rispettata.
- Conservatorismo moderato: Apprezzato dall’ala tradizionale senza essere estremista.
- Europa centrale: Rappresenta una regione in crescita per la Chiesa.
- Competenza teologica: La sua formazione lo rende adatto a guidare dibattiti dottrinali.
Punti di debolezza:
- Età avanzata: A 72 anni, il suo pontificato potrebbe essere breve.
- Mancanza di carisma mediatico: Non eccelle nella comunicazione moderna.
- Concorrenza conservatrice: Altri conservatori (es. Eijk, Sarah) potrebbero dividerne i voti.
Probabilità di elezione: Moderata. La sua esperienza è un punto di forza, ma l’età e la competizione lo limitano.
7. Fridolin Ambongo Besungu (3%)
Scheda biografica: Nato a Boma (Repubblica Democratica del Congo) il 24 gennaio 1960, 65 anni. Arcivescovo di Kinshasa, cardinale dal 2019. Voce influente per l’Africa, si occupa di giustizia sociale e pace.
Punti di forza:
- Rappresentanza africana: L’Africa è un continente in crescita per la Chiesa, e Ambongo è una figura di spicco.
- Impegno sociale: La sua lotta contro l’ingiustizia lo allinea alla visione di Francesco.
- Carisma: Ha un forte appeal tra i cattolici africani e globali.
- Età: A 65 anni, è in una fascia ideale per un pontificato duraturo.
Punti di debolezza:
- Probabilità storica: Un papa africano è considerato improbabile nel breve termine.
- Esperienza vaticana: Meno coinvolto nella Curia rispetto ad altri papabili.
- Concorrenza globale: Altri cardinali non europei (Tagle, Gregory) potrebbero frammentare i voti.
Probabilità di elezione: Moderata-bassa. La sua rappresentanza è simbolica, ma la Chiesa potrebbe non essere pronta per un papa africano.
8. Wilton Gregory (1%)
Scheda biografica: Nato a Chicago (USA) il 7 dicembre 1947, 77 anni. Primo cardinale afroamericano (2020), arcivescovo di Washington. Impegnato su giustizia razziale e abusi sessuali nella Chiesa.
Punti di forza:
- Giustizia sociale: La sua lotta contro il razzismo lo rende rilevante in un mondo polarizzato.
- Trasparenza: Ha promosso riforme sugli abusi, un tema cruciale.
- Provenienza americana: Gli USA sono influenti nella Chiesa globale.
- Moderazione: Bilancia progressismo e pragmatismo.
Punti di debolezza:
- Età avanzata: A 77 anni, è tra i più anziani, limitando il suo appeal.
- Posizioni politiche: Le sue critiche a Trump potrebbero alienare cardinali conservatori.
- Concorrenza: Altri americani (es. Cupich, Tobin) dividono i voti.
Probabilità di elezione: Bassa. La sua età e la competizione.
9. Willem Jacobus Eijk (1%)
Scheda biografica: Nato a Duivendrecht (Paesi Bassi) il 22 giugno 1953, 71 anni. Arcivescovo di Utrecht, cardinale dal 2012. Tradizionalista, segue la dottrina di Ratzinger su morale e famiglia.
Punti di forza:
- Base conservatrice: Forte sostegno tra i tradizionalisti.
- Competenza teologica: Allineato a Benedetto XVI, attrae chi cerca un ritorno alla dottrina.
- Esperienza europea: Rappresenta un’Europa ancora influente.
Punti di debolezza:
- Polarizzazione: Le sue posizioni rigide (es. contro le unioni omosessuali) dividono il Collegio.
- Età: A 71 anni, non è tra i più giovani.
- Mancanza di appeal globale: Meno conosciuto fuori dall’Europa.
Probabilità di elezione: Bassa. La sua rigidità lo rende una scelta divisiva.
10. Robert Sarah (1%)
Scheda biografica: Nato a Ourous (Guinea) il 15 giugno 1945, 79 anni. Prefetto emerito del Culto Divino, cardinale dal 2010. Conservatore, noto per critiche al liberalismo occidentale.
Punti di forza:
- Voce conservatrice: Leader dell’ala tradizionale, con un seguito devoto.
- Esperienza vaticana: Ha ricoperto ruoli influenti sotto Francesco e Ratzinger.
- Simbolismo africano: Potrebbe attrarre chi cerca un papa non europeo.
Punti di debolezza:
- Età avanzata: A 79 anni, è troppo vecchio per un pontificato lungo.
- Polarizzazione: Le sue critiche a Francesco lo rendono inviso ai progressisti.
- Declino di influenza: La sua visione è vista come fuori passo con le sfide moderne.
Probabilità di elezione: Molto bassa. La sua età e la divisività lo escludono quasi certamente.
Analisi delle Sfide e Criteri
Come si è potuto notare la classifica riflette i criteri storici e le sfide attuali:
- Carisma e comunicazione: Parolin, Zuppi e Tagle eccellono per capacità di raggiungere un pubblico globale, mentre Erdő, Eijk e Sarah mancano di appeal mediatico.
- Globalizzazione: Tagle, Ambongo, Gregory e Aveline rappresentano Asia, Africa e America, ma gli italiani dominano per il loro peso numerico e storico.
- Equilibrio teologico: Parolin, Zuppi e Pizzaballa bilanciano progressismo e moderazione, mentre Eijk e Sarah rischiano di polarizzare.
- Sfide contemporanee: Aveline e Ambongo affrontano dialogo interreligioso e giustizia sociale; Pizzaballa eccelle in geopolitica; Gregory e Zuppi in inclusione e abusi.
- Età: Pizzaballa e Aveline sono i più giovani, garantendo longevità; Sarah e Gregory sono penalizzati dall’età.
Conclusioni
Pietro Parolin è il favorito per la sua diplomazia, consenso trasversale e continuità con Francesco, seguito da Zuppi e Pizzaballa per il loro carisma e radicamento italiano. Tagle e Aveline rappresentano il futuro globale della Chiesa, ma la competizione europea li penalizza. Erdő, Ambongo, Gregory, Eijk e Sarah hanno meno probabilità a causa di età, polarizzazione o mancanza di un blocco coeso. Il Conclave, previsto per il 7 maggio 2025, potrebbe durare 3-5 giorni, con Parolin come il candidato più probabile per guidare la Chiesa in un mondo segnato da secolarizzazione, conflitti e nuove domande etiche. Tuttavia, come recita il detto vaticano, “chi entra papa, esce cardinale”, e un outsider potrebbe emergere, come avvenne per Bergoglio nel 2013. E poi – last but not least – un aspetto che in questi casi dovrebbe avere un ruolo decisivo, il cui impatto nessuna intelligenza artificiale è in grado di valutare: lo Spirito Santo.
A cura di Sebastiano Catte, com.unica 4 maggio 2025