Raphaël Glucksmann, saggista politico ed eurodeputato, da anni denuncia le mire del Cremlino. Su Putin la pensa come suo padre, il filosofo francese André Glucksmann, scomparso nel 2015, che aveva sempre messo in guardia i leader europei sulla minaccia rappresentata dal despota criminale ex Kgb. La proposta di inviare armi all’Ucraina la trova ragionevole, lo ha affermato in un’intervista rilasciata a Stefano Montefiori per il Corriere della Sera:

Perché anche io, come tutti, voglio la pace. E il solo modo di ottenerla è aiutare gli aggrediti, in modo che gli aggressori ricevano un colpo sufficiente a costringerli al negoziato. Invocare la pace non basta. È necessario anche opporsi a quelli che scatenano la guerra. Se i russi domani smettono di combattere, la guerra finisce. Se gli ucraini domani smettono di combattere, l’Ucraina finisce, e dopo l’Ucraina toccherà ad altri Paesi. Alla tv russa già si dibatte dei possibili futuri attacchi ai Paesi Baltici e alla Svezia. Non saranno certo le generiche invocazioni alla pace a fermare Putin”.

Secondo lo studioso francese inviare armi non è un passo in più verso l’escalation, come molti sostengono:

Secondo la carta dell’Onu è pienamente legittimo aiutare un Paese che è stato invaso da un altro senza alcuna giustificazione, e questo non dà affatto all’Europa lo status di co-belligerante. Poi non stiamo inviando truppe, certamente non possiamo rischiare un confronto nucleare con la Russia. Ma il nostro dovere è fare il possibile, cioè aiutare quelli che non hanno altra scelta se non difendersi”.

Sulle responsabilità della Nato, su cui continuano a mettere l’accento alcuni intellettuali italiani, Glucksmann ha una posizione molto netta:

È una totale falsità. Proprio per non essere accusata di provocare la Russia, dal 2008 la posizione della Nato è di rifiutare l’adesione di Georgia e Ucraina. I missili nucleari Nato in Ucraina sono pura propaganda del Cremlino. L’Ucraina non stava affatto entrando nella Nato, e quelli che nel 2014 sono morti uccisi dalla repressione in piazza Maidan avevano in mano la bandiera dell’Unione Europea, non quella della Nato. L’unica colpa dell’Ucraina è voler essere un Paese libero”.

Qui il link per leggere l’articolo completo sul Corriere dell Sera

com.unica 15 marzo 2022