Lo storico israeliano scrive sui possibili esiti della guerra scatenata dall’autocrate del Cremlino all”Ucraina (dal Guardian) 

A meno di una settimana dall’inizio della guerra, sembra sempre più probabile che Vladimir Putin si stia dirigendo verso una sconfitta storica. Potrebbe vincere tutte le battaglie ma perderà comunque la guerra.” Esordisce così lo storico israeliano Yuval Noah Harari, noto anche in Italia per bestseller quali Sapiens e 21 lezioni per il XXI secolo (pubblicati da Garzanti) in un editoriale pubblicato ieri sul Guardian.

Harari spiega infatti che il sogno dell’autocrate del Cremlino di ricostruire l’impero russo si è sempre basato sulla menzogna che l’Ucraina non sia una vera nazione e che gli ucraini non siano un vero popolo reale. È una bugia perché “l’Ucraina è una nazione con più di mille anni di storia e Kiev era già una grande metropoli quando Mosca non era nemmeno un villaggio. Ma il despota russo ha ribadito la sua bugia così tante volte che a quanto pare ci crede lui stesso.”

Nel pianificare la sua invasione dell’Ucraina, Putin ha potuto contare su molti dati che per lui erano certi: “Sapeva – scrive – che dal punto di vista militare la Russia avrebbe stracciato l’Ucraina, che la Nato non avrebbe mandato truppe ad aiutare l’Ucraina, che la dipendenza dell’Europa dal petrolio e dal gas russi avrebbe fatto vacillare Paesi come la Germania di fronte alla necessità di imporre rigide sanzioni. E pertanto, base di questi fatti certi, il suo piano consisteva nel colpire l’Ucraina in modo energico e rapido, decapitarne il governo, installare a Kiev un governo fantoccio per poi uscire indenne dalla inevitabile ma impotente reazione occidentale.” Tuttavia questo piano si basava su una scommessa: “Il popolo ucraino accetterà senza discutere un regime fantoccio imposto da Mosca? Putin riteneva che l’avrebbe fatto. Dopo tutto, come ha spiegato ripetutamente a chiunque fosse disposto ad ascoltarlo, l’Ucraina non è una vera nazione e gli ucraini non sono un vero popolo. Nel 2014, in Crimea la popolazione non oppose quasi resistenza agli invasori russi. Perché nel 2022 le cose avrebbero dovuto andare diversamente?”

Ogni giorno che passa invece diventa sempre più chiaro che la scommessa di Putin sta fallendo dal momento che il popolo ucraino non intende rinunciare a resistere fino alla fine, conquistando l’ammirazione del mondo intero e vincendo la guerra. Molti giorni bui ci aspettano. “Ogni carro armato russo distrutto e ogni soldato russo ucciso – scrive ancora Harari – aumenta il coraggio degli ucraini di resistere.” E ogni ucraino ucciso non fa che accrescere l’odio degli ucraini per gli invasori. “L’odio è il peggiore dei sentimenti. Ma, per le nazioni oppresse, l’odio è come un tesoro nascosto: è sepolto in fondo al cuore e può alimentare la resistenza per diverse generazioni. Per ricostruire l’impero russo, Putin ha assolutamente bisogno di una vittoria che sia veloce e relativamente senza spargimento di sangue e porti a una pace relativamente senza odio. Versando sempre più sangue ucraino, Putin può star certo che il suo sogno non si realizzerà mai.”

Questi ultimi giorni hanno dimostrato in maniera netta al mondo intero che l’Ucraina è una vera nazione, gli ucraini sono un vero popolo e non vogliono vivere sotto un nuovo impero russo, nella maniera più assoluta – conclude lo storico. Resta solo da chiedersi: quanto tempo servirà prima che questo messaggio penetri negli spessi muri del Cremlino?”

*Qui l’articolo completo di Yuval Noah Harari sul Guardian