Un progetto di ricerca coordinato dal Professor Riccardo Gavioli con un team fortemente interdisciplinare dell’Università di Ferrara

Approfondire la conoscenza delle risposte immunitarie indotte dalla vaccinazione Pfizer e Astrazeneca, con riferimento alle diverse età delle persone. È lo scopo del progetto di ricerca coordinato dal Professor Riccardo Gavioli con un team fortemente interdisciplinare dell’Università di Ferrara composto da Antonella Caputo, Francesco Nicoli, Remo Guerrini, Salvatore Pacifico, Stefano Bonnini, con la partecipazione dei dottorandi Davide Proietto e Beatrice Dallan e il supporto di Eleonora Gallerani.
“Dati clinici a livello globale hanno evidenziato che i soggetti anziani sono più vulnerabili all’infezione da SARS-CoV-2, suggerendo che questi soggetti sono caratterizzati da un controllo immune inferiore rispetto ai soggetti giovani”, spiega il Professor Gavioli. “In una ricerca recentemente pubblicata dal nostro gruppo abbiamo dimostrato che, con l’avanzare dell’età, i linfociti T specifici per il SARS-CoV-2 calano sensibilmente. Questo nuovo studio vuole quindi verificare se e come questa perdita influenzi la risposta ai vaccini”.

Il team si avvarrà di metodologie progettate e utilizzate per la determinazione delle risposte mediate dai linfociti T e B: “Questo ci consentirà di definire qualitativamente, quantitativamente e temporalmente le caratteristiche individuali delle risposte immuni indotte dalla vaccinazione e la loro durata in relazione all’età dell’individuo e al ruolo nella protezione dalla malattia. I risultati attesi contribuiranno alla definizione di strategie immunoterapeutiche sempre più efficaci ai fini della protezione vaccinale”.

“Con questo studio vogliamo approfondire tre aspetti relativi alla risposta immunitaria ai vaccini”, conclude il Professor Gavioli. “Innanzitutto, il differente livello di immunogenicità cellulare e umorale indotta dai vaccini attualmente in uso contro SARS-CoV-2, in base all’età e al tipo di vaccino. Questo dato è molto importante per capire i livelli di protezione nei soggetti più fragili e più suscettibili alle conseguenze severe da COVID-19. Inoltre potremo approfondire la capacità delle risposte immuni indotte dai vaccini di riconoscere le varianti, un aspetto centrale nel valutare l’efficacia della campagna vaccinale rispetto al tema delle diffusioni delle varianti. Terzo e ultimo obiettivo: lo studio potrebbe identificare altri potenziali fattori individuali legati alle risposte alla vaccinazione. Questo dato permetterà di comprendere il ruolo di comorbidità o di terapie farmacologiche in grado di influenzare lo sviluppo delle risposte immuni contro SARS-CoV-2”.

Lo studio, approvato dal comitato etico dell’Istituto L. Spallanzani, prevede l’arruolamento di 180 soggetti vaccinati con vaccino Pfizer e di 180 soggetti vaccinati con vaccino Astrazeneca, ciascun gruppo suddiviso in tre 3 fasce d’età, a partire dai 18 anni. L’arruolamento che si svolgerà nel periodo dicembre 2021-febbraio 2022 è reso possibile dalla collaborazione con le strutture: Laboratorio Unico Provinciale, Dipartimento Biotecnologie, Trasfusionale e di Laboratorio (Dott.ssa Sara Ghisellini) e l’Unità Operativa Complessa di Geriatria, Azienda Ospedaliera-Universitaria di Ferrara (Prof. Amedeo Zurlo, Stefano Volpato); AVIS provinciale di Ferrara (Dr. Fabio Palma); Residenza Caterina (Dr. Franco Romagnoni, Dr. Michele Fiorini e Dott.ssa Caterina Fiorini).

com.unica, 28 novembre 2021