A fare gli onori di casa l’ambasciatore italiano Ettore Sequi. La Cina sta diventando una meta sempre più interessante per i giovani talenti italiani.

Oltre 50 ricercatori e professori italiani provenienti da tutto il Paese hanno partecipato ieri alla Prima Giornata della Ricerca Italiana in Cina, organizzata dall’Ambasciata d’Italia a Pechino. A fare gli onori di casa l’ambasciatore Ettore Sequi, che ha aperto con queste parole l’incontro: “Siete la testimonianza migliore dello spirito di intraprendenza e di innovazione nonché della curiosità intellettuale che l’Italia esporta in tutto il mondo. Grazie a voi il nostro Paese è sempre più apprezzato in Cina, quale Paese all’avanguardia nella ricerca scientifica e tecnologica”.

Questo innovativo progetto ha l’obiettivo di mettere in forte connessione tra di loro le componenti più rilevanti e all’avanguardia del Sistema Italia in Cina. I ricercatori italiani che operano nel Paese rappresentano infatti uno dei punti di forza della nostra presenza in Cina, che, secondo quanto emerso nella discussione, offre un clima favorevole alla ricerca, grazie ad un’ottima disponibilità di risorse finanziarie e infrastrutture scientifiche di primissimo livello. La Cina, infatti, forte della sua apertura e internazionalizzazione, sta diventando una meta sempre più interessante per i giovani talenti italiani che vengono attratti soprattutto dai due grandi “hub” della ricerca, Pechino e Shanghai, ormai due tra i più importanti poli della ricerca nel mondo. “La Cina rappresenta una straordinaria opportunità non solo per i singoli ricercatori, ma per tutto il nostro sistema della ricerca cui si aprono nuove occasioni per grandi ed ambiziosi progetti bilaterali”, ha osservato l’addetto scientifico a Pechino, prof. Plinio Innocenzi, nel suo intervento durante i lavori della giornata.

La presenza dei ricercatori italiani nel secondo Paese al mondo, dietro solo agli Stati Uniti, in termini di investimenti in ricerca, ora al 2,25% del PIL, è cresciuta negli ultimi anni sia in termini quantitativi sia qualitativi. Una tendenza molto positiva confermata anche dai dati della collaborazione scientifica bilaterale, aumentata esponenzialmente negli ultimi anni, come testimoniato dalla crescita (+250%) delle pubblicazioni congiunte realizzate a partire dal 2010. Proprio per aiutare e facilitare l’ingresso nel sistema della ricerca cinese, i ricercatori italiani hanno costituito un’associazione, l’Associazione Accademici Italiani in Cina.

Italia e Cina sono coinvolte in grandi progetti scientifici che vedono protagonisti, tra gli altri, l’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN) nel settore della fisica delle particelle e l’Agenzia Spaziale Italiana (ASI) nel settore dello spazio, per la realizzazione di satelliti scientifici. Una collaborazione che si estende con successo anche ad altre materie, tra cui: la medicina, i nuovi materiali, i beni culturali, l’architettura e l’ingegneria.

(com.unica, 27 giugno 2017)