“L’impatto della guerra sui bambini in Siria continua ad essere sconcertante. I continui e pesanti combattimenti hanno fatto sfollare migliaia di famiglie dalla città di Raqqa e da Deir-ez-Zor”. Il rappresentante UNICEF in SiriaFran Equiza, ha terminato nei giorni scorsi una missione nei campi di Areesha, Ein Issa e Mabrouka, dove, racconta, “ho incontrato bambini sfollati e ho supervisionato le attività salvavita che sta facendo l’UNICEF sul campo. Sono sopraffatto dalle esperienze profondamente traumatizzanti che questi bambini hanno vissuto. Hanno patito violenze brutali, perso amici e familiari. Sono terrorizzati, ma hanno ancora speranza”. Da qui l’appello di Equiza per assistenza e protezione immediata ai bambini siriani.

“Rawan”, racconta ancora Equiza, “una bambina di 11 anni sfollata, che è fuggita da Raqqa, mi ha detto: “Prima giocavamo spesso, ma dopo è arrivato il buio”. Secondo le notizie dalla città di Raqqa che l’UNICEF sta ricevendo, diverse migliaia di bambini continuano ad essere intrappolati nella città, bloccati sotto la linea diretta dei combattimenti”. “Senza un accesso per le agenzie umanitarie, la città è completamente tagliata fuori dall’assistenza salvavita”, denuncia Equiza. “I bambini e le famiglie non hanno acqua sicura o ne hanno poca, mentre le riserve di cibo si stanno esaurendo velocemente”. “Ai bambini e alle famiglie che sperano di lasciare la città di Raqqa deve essere permesso di farlo in sicurezza e con dignità”, prosegue il rappresentante UNICEF. “Mentre il conflitto si intensifica ulteriormente, aumenta il rischio per i bambini intrappolati nella città di Raqqa di morire e di rimanere feriti. Le parti in conflitto devono proteggerli e facilitare un passaggio sicuro affinché i civili si possano spostare in sicurezza”.

“Sei anni e mezzo di conflitto hanno privato milioni di bambini della loro infanzia e hanno inflitto sofferenze inenarrabili su di loro”, denuncia Equiza. “Le parti in conflitto devono fermare le violenze in Siria ed essere all’altezza dei loro obblighi legali verso i bambini. Tutti i bambini in Siria, a prescindere dal luogo in cui si trovano o dalla famiglia da cui provengono, devono essere protetti, sempre”, conclude. 

(Fonte Aise/Unicef)