I ministri della Cultura dei Paesi del G7, riuniti a Palazzo Vecchiohanno firmato un documento, la “dichiarazione di Firenze”, a conclusione del primo giorno dei lavori del G7 della cultura. Lo ha comunicato il ministro dei Beni culturali Dario Franceschini nell’incontro con la stampa. “La discussione si è concentrata su molti argomenti, in primo luogo – ha detto – sul patrimonio culturale che è minacciato dal terrorismo e dalle calamità naturali e che la comunità internazionale stessa deve impegnarsi per proteggere e tutelare”.

Il G7 della cultura è stato anche un’occasione per varie iniziative, a partire dal convegno, promosso dalla Rappresentanza in Italia della Commissione europea, sul tema “Verso un’Unione europea della cultura: aprire la strada a nuovi approcci per la diplomazia culturale e migliorare la crescita economica dei settori culturali e creativi”, organizzato con il supporto tecnico-scientifico dell’Istituto per la Competitività (I-Com) ed il patrocinio della Città Metropolitana di Firenze e del Comune di Firenze. Il mondo della cultura rappresenta uno straordinario volano di crescita economica grazie alle numerose imprese culturali e creative che impiegano in Europa oltre 12 mln di persone contribuendo al 5,3% del PIL europeo. Le imprese culturali e creative possono inoltre diventare anche un efficace strumento di diplomazia e cooperazione internazionale e favorire il dialogo interculturale, la pace, lo stato di diritto, la comprensione reciproca.

Il dibattito ha visto raccolti decine di esperti del mondo della cultura e rappresentanti politici tra cui il Ministro dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo Dario Franceschini, il Sindaco di Firenze Dario Nardella, il Commissario europeo responsabile per l’Istruzione, la Cultura, la Gioventù e lo Sport Tibor Navracsics, l’eurodeputata Silvia Costa già presidente della Commissione cultura del Parlamento europeo. Il convegno è stato introdotto da Beatrice Covassi, Capo della Rappresentanza in Italia della Commissione europea, che ha ripercorso la “Strategia per le relazioni culturali internazionali” recentemente varata dall’Alta Rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza per dare impulso ai settori imprenditoriali legati alle attività creative e culturali.

Il settore culturale europeo conta, nel complesso, oltre 3 milioni di imprese, impiega 12 milioni di persone, ovvero il 7,5% della forza lavoro Ue, genera 509 miliardi di euro, che corrisponde al 5,3% del Pil della Ue, e il 13% delle esportazioni. Se poi alle imprese creative si aggiungono quelle dell’ alta gamma, i numeri salgono di 1,7 milioni di occupati e di ulteriori 4 punti percentuali del Pil.  Anche in Italia la quota del bilancio destinata alla cultura ha visto una positiva inversione di tendenza, negli ultimi anni, con una serie di interventi per il rilancio dell’offerta di servizi e di incentivazione della domanda che lasciano ben sperare nell’ottica di un rafforzamento delle imprese creative e culturali anche a livello internazionale. Un importante appuntamento sarà rappresentato da Matera 2019 Capitale europea della cultura. Nell’ambito del convegno si è discusso anche sul ruolo chiave svolto dagli strumenti finanziari di sostegno al settore promossi dalla Commissione europea e dalla Banca europea degli investimenti. Il mondo delle imprese sulturali e creative trova infatti supporto da una “famiglia” di strumenti quali il programma Cosme (Pmi), Erasmus + (educazione e formazione), Horizon 2020 (ricerca), Life (ambiente), Easi (occupazione) ed – in particolare – Europa creativa (cultura e audiovisivo) oramai in piena fase operativa.

(com.unica, 31 marzo 2017)