Illustri relatori hanno hanno ricordato la figura del compianto Rabbino Capo della Comunità Ebraica di Roma Elio Toaff a dieci anni dalla sua scomparsa. È avvenuto in occasione dei lavori del convegno “L’eredità di Elio Toaff z.l a 10 anni dalla sua scomparsa” svoltosi a Roma nella sede della Fondazione Ernesta Besso di Venezia, organizzato dalla Fondazione per il Museo ebraico, dall’Archivio della Comunità intitolato a Giancarlo Spizzichino e dalla stessa Comunità ebraica locale.

Sono stati tratteggiati, tra ricordi, documenti e aneddotica divertente, le varie tappe della vita di Toaff dalla giovinezza livornese agli studi universitari a Pisa, le leggi razziali, gli anni di Ancona, la lotta partigiana e una particolare attenzione è andata ai 50 anni di magistero a Roma (1951-2001), dove arrivò dopo un incarico di alcuni anni a Venezia, il suo primo nel Dopoguerra. “Cinquant’anni di rabbinato nella stessa città sono un record nella storia ebraica italiana”, ha osservato il suo successore Riccardo Di Segni. “Si dice che se un rabbino non litiga con la sua Comunità non è un rabbino e se la Comunità non litiga con un rabbino non è una Comunità. Lui ha resistito cinquant’anni, ma non è che non abbia litigato”. Al riguardo Di Segni ha ricordato come non siano mancati “momenti di tensione” anche piuttosto accesi tra Toaff e le dirigenze sia della Comunità romana sia dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane. E se Toaff è oggi celebrato anche fuori da contesti ebraici come una “icona del dialogo”, l’attuale rabbino capo ha invitato a farne memoria anche nella sua veste di religioso e guida di valori.

Anche lo storico Andrea Riccardi nel suo intervento ha tenuto a sottolineare, raccontando alcuni retroscena della storica visita del papa polacco nel Tempio Maggiore della capitale (1986), come tutta l’azione di Toaff sia stata votata nel superare l’indifferenza con la quale la società del tempo, cristiana e non, guardava al mondo ebraico. La sua forza, ha spiegato Riccardi, “è stata quella di costruire una rete di rapporti senza mai mendicare attenzioni: Toaff, va riconosciuto, non aveva lo spirito rassegnato che possono a volte avere le minoranze messe in un angolo”.

Hanno contribuito a ricordare la figura di Rav Toaff le testimonianze di Liliana Picciotto, Andrea Riccardi, Rav Gianfranco Di Segni, Rav Riccardo Di Segni, Gianni Letta, Daniele Caviglia, Silvia Haia Antonucci, Lilli Spizzichino, Claudio Procaccia, Sergio Della Pergola e della nipote Lia Toaff, che ha condiviso un ricordo personale e commosso del nonno. Presente anche l’ambasciatore d’Israele in Italia, Jonathan Peled, a testimoniare il respiro internazionale dell’eredità lasciata dal Rabbino Emerito.

Anna Rachel Valentini/com.unica 30 aprile 2025

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