L’analisi dello storico Timothy Snyder dopo lo scontro nella Stanza Ovale della Casa Bianca: come Trump e Vance stano riscrivendo la politica estera americana

Di fronte alla scena che si è svolta nella stanza ovale della Casa Bianca, Timothy Snyder non ha dubbi: quello che si è visto non è stato un confronto tra Donald Trump, il suo vice JD Vance e Volodymyr Zelensky, ma un vero e proprio scontro tra gli Stati Uniti e la ragione. Nel suo articolo intitolato “The War Trump Chooses“, pubblicato sul suo sito, lo storico di Yale, noto per i suoi studi sull’Europa orientale, smonta pezzo per pezzo la retorica trumpiana sulla guerra in Ucraina e ne rivela la logica nascosta: un progressivo allineamento con Mosca a scapito degli alleati occidentali.

“Gli americani sostengono che il loro tentativo di umiliare il presidente ucraino alla Casa Bianca fosse motivato dal desiderio di pace. Ma se fosse davvero così, nulla di ciò che hanno detto avrebbe senso”, scrive Snyder. L’accoglienza riservata a Zelensky non è stata certo quella di un leader democratico impegnato nella difesa del proprio Paese, ma quella di un ospite indesiderato. Il vice di Trump JD Vance ha aperto le ostilità accusando il presidente ucraino di ostacolare i negoziati di pace con la Russia. Snyder demolisce questa affermazione ricordando come ogni tentativo negoziale con Mosca sia stato tradito da Putin sin dal 2014. Zelensky, peraltro, era stato eletto proprio come “candidato della pace”, con la promessa di risolvere il conflitto per vie diplomatiche. La risposta della Russia? Il disprezzo, prima, e l’invasione su larga scala del 2022, poi.

Tymothy Snyder (dal sito della Yale University)

Nonostante questa evidenza storica, l’amministrazione Trump insiste sull’idea di un cessate il fuoco immediato da parte dell’Ucraina, sostenendo che questo porterebbe automaticamente alla fine della guerra. Zelensky replica con pragmatismo: “un cessate il fuoco dovrebbe essere seguito da un rafforzamento dell’Ucraina, altrimenti la guerra riprenderebbe”. Eppure, mentre Mosca continua a bombardare ospedali e commettere crimini di guerra ogni giorno, Trump e i suoi alleati accusano Kiev di essere l’ostacolo alla pace. Snyder descrive con precisione l’assurdità della posizione americana: “Dalla prospettiva russa, un cessate il fuoco non è altro che un’opportunità per fermare il sostegno esterno all’Ucraina e smobilitare il suo esercito in preparazione del prossimo attacco”.

Dopo il confronto nello Studio Ovale, Trump ha rivelato la sua autentica posizione: ha ammesso di provare una “simpatia fondamentale” per Putin, affermando che lui e il leader russo “avevano passato molto tempo insieme”. Secondo Snyder, questa affermazione racchiude il senso più profondo della politica estera trumpiana. Per Trump, la questione Ucraina non è mai stata una questione strategica, ma un affare personale. Il suo rancore per le indagini sul Russiagate lo ha portato a sviluppare una sorta di “solidarietà emotiva” con Putin. “Trump ha detto di essere stato vittima di una ‘truffa’ e ha sostenuto che anche Putin fosse una vittima della stessa ‘truffa’”, sottolinea Snyder. In altre parole, Trump percepisce la sua presidenza e l’amicizia con il leader del Cremlino come un vincolo indissolubile, più importante della libertà degli ucraini o degli interessi degli alleati americani.

Uno dei momenti più surreali dell’incontro è stato il confronto tra Zelensky e JD Vance. Quando il presidente ucraino gli ha chiesto se fosse mai stato in Ucraina, Vance ha risposto che preferiva informarsi su internet. Snyder non lascia scampo al senatore repubblicano: “Vance crede di poter comprendere la guerra basandosi su numeri astratti e senza mai vedere il campo di battaglia”. Il suo modo di ragionare è quello di chi considera il conflitto un semplice problema matematico, ignorando il fattore umano e i precedenti storici. Ricorda che Vance ha rifiutato di visitare Bucha, luogo simbolo dei massacri russi, liquidando le visite ufficiali come “tour propagandistici”. Questo, scrive Snyder, lo avvicina pericolosamente alla retorica russa secondo cui il massacro non sarebbe mai avvenuto.

Ma come si spiega realmente questo atteggiamento di Trump e dei suoi alleati? Snyder offre una chiave di lettura inquietante: “Fin dall’inizio, la politica di Musk-Trump è stata quella di costruire un’alleanza con la Russia”. L’idea che gli Stati Uniti dovessero mediare un processo di pace in Ucraina è stata solo un pretesto per legittimare il riavvicinamento con Mosca. Accusare Kiev di sabotare la pace permette a Trump di giustificare una politica di concessioni alla Russia senza apparire apertamente filo-putiniano. Il risultato è un tradimento degli alleati americani e un rovesciamento degli equilibri geopolitici: “Il sistema di alleanze costruito dagli Stati Uniti negli ultimi ottant’anni viene scambiato per un’alleanza con la Russia, una potenza che ha sempre cercato di destabilizzare l’America”.

Il nuovo asse Washington-Mosca potrebbe avere conseguenze devastanti. Snyder avverte che la sconfitta ucraina significherebbe non solo la fine dell’indipendenza di Kiev, ma anche un mondo più instabile, con una Cina incoraggiata ad attaccare Taiwan e un’escalation nella proliferazione nucleare. “Se l’Ucraina viene lasciata sola e sconfitta, le armi nucleari diventeranno lo strumento standard per le potenze che vogliono riscrivere i confini con la forza”, avverte lo storico.Snyder demolisce anche l’idea trumpiana secondo cui il sostegno all’Ucraina stia portando il mondo verso la Terza Guerra Mondiale. “La verità è esattamente l’opposto. Abbandonare l’Ucraina è ciò che rischia di scatenare un’escalation incontrollabile”.

L’episodio della Casa Bianca si conclude con una scena che Snyder definisce “grottesca”: gli americani si prendono gioco dell’abbigliamento di Zelensky. “Tre anni fa, Zelensky ha scelto di non indossare più abiti formali, per registrare solidarietà con il suo popolo in guerra”, spiega Snyder, ricordando che anche Churchill, in visita alla Casa Bianca durante la Seconda Guerra Mondiale, vestiva un’uniforme militare. Per Trump e Vance, però, il coraggio di Zelensky non conta. “Hanno preferito umiliarlo pubblicamente, senza rendersi conto che, così facendo, hanno mostrato al mondo intero la loro debolezza morale e strategica”, conclude Snyder. La guerra che Trump ha scelto non è solo contro l’Ucraina. È contro la ragione stessa.

A cura di Sebastiano Catte, com.unica 3 marzo 2025

*Fonte: https://snyder.substack.com/p/the-war-trump-chooses

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