Felicità, la destinazione ultima dentro di noi

La felicità viene erroneamente cercata nella ricchezza materiale, nel comfort e nello status sociale. La maggior parte delle persone crede che avere più cose o avere più successo possa essere una fonte di felicità sostenibile a lungo termine, ma questo è l’opposto della verità. I lussi esterni possono soddisfare l’ego per un po’, ma non si dimostreranno mai permanenti come sentimento di felicità. In realtà, la felicità coinvolge qualcosa di molto più profondo: l’appagamento e la ricerca interiore.
Ancora una volta, la complessità della società ci dice di confrontarci con gli altri e di competere per ottenere di più, alimentando così un ciclo vizioso di infelicità. Ma appena raggiungiamo un obiettivo, ne emerge un altro che continua a tormentarci. Tuttavia, la verità dietro la felicità non è ciò che otteniamo, ma come viviamo. Se una persona vive senza stress e senza essere schiava delle aspettative sociali, può aprirsi alla vera gioia.
L’appagamento gioca un ruolo fondamentale in questo percorso, perché, dopo tutto, è la capacità di apprezzare il momento presente e di trovare valore negli aspetti semplici e spesso trascurati della vita. Che si tratti della bellezza della natura, del calore delle relazioni o della riflessione silenziosa, queste esperienze danno molto più appagamento della ricchezza materiale. Anche se il denaro è necessario per garantire la sicurezza e può certamente migliorare la qualità della vita, è lontano dall’essere la fonte della felicità. In uno dei miei studi approfonditi sui bisogni umani, ho scoperto che, una volta soddisfatti i bisogni primari di una persona, la correlazione tra ricchezza e felicità diventa debole. In un modo o nell’altro, la ricerca incessante del denaro porta ad un aumento dello stress, più ansia e isolamento, piuttosto che alla realizzazione personale.
La vera ricchezza è la felicità, nel senso che si è soddisfatti di dove ci si trova, pur aspirando a di più per il futuro. Non significa abbandonare tutti i sogni, ma rendersi conto che la felicità non aspetta di essere raggiunta a un determinato livello di successo. La vera gloria sta nella pace interiore e nel valore che diamo alla nostra vita, piuttosto che nel desiderio costante di ciò che ci manca.
La felicità non è una destinazione che si può trovare all’esterno. Piuttosto, è un viaggio interiore, influenzato dalla nostra mentalità o dalle scelte quotidiane. Ha a che fare con la consapevolezza del presente, la gratitudine per ciò che si ha e il vivere autenticamente secondo i propri valori. Quando smettiamo di inseguire le apparenze esterne del successo e spostiamo l’attenzione verso l’appagamento interiore, la vita diventa molto più significativa e appagante.
Il viaggio interiore sposta la nostra attenzione dal cercare approvazione e validazione dagli altri, verso il soddisfacimento personale. Impariamo ad apprezzare l’unicità del nostro percorso, invece di confrontarci con gli altri. La felicità non riguarda i segni esteriori di successo, ma la quieta soddisfazione nelle piccole cose della vita, nella crescita delle relazioni e nella fedeltà a se stessi.
La felicità deve essere ridefinita come qualcosa verso cui le persone si muovono continuamente, senza mai arrivarci definitivamente. Perseguire la felicità non significa raggiungere qualcosa in futuro, ma godere del presente con gratitudine e pace. La destinazione verso cui siamo diretti esiste già dentro di noi, pronta per essere scoperta.
Dr. Sethi Krishan Chand*, com.unica 10 ottobre 2024
*Scrittore, poeta e artista. Daman – India, Auckland – Nuova Zelanda
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