Al termine di un discorso fiume tv alla nazione infarcito di propaganda, livore, retorica e di vere e proprie manipolazioni storiche, Putin ha apposto la sua firma al decreto di riconoscimento delle entità filo-russe con al fianco i capi dei due ‘Stati’ ribelli e ha ordinato l’ingresso di forze armate russe nel Donbass occupato per quella che lui ha definito “un’operazione di mantenimento della pace” e che di fatto rappresenta un’invasione nei confini ucraini, come ha denuncia in serata l’Onu.  Putin ha sostenuto l’Ucraina non ha mai avuto una statalità e che non le riconosce alcuna dignità e autonomia, né legale, né economica, né culturale, “una creazione di Lenin”, nient’altro che una mutilazione del glorioso impero russo. Ha poi ribadito che negli ultimi trent’anni l’Ucraina è sopravvissuta grazie all’aiuto del Paese fratello, “con prezzi agevolati dell’energia e altro”: fino al 2013 sovvenzioni per 250 miliardi di dollari.

Nel suo lungo discorso Putin si è prodotto in una minacciosa arringa contro i dirigenti ucraini e contro l’Occidente. “L’Ucraina ha già perso la sua sovranità”, diventando serva “dei padroni occidentali”, ha sostenuto l’autocrate del Cremlino. “In Ucraina le armi occidentali sono arrivate con un flusso continuo, ci sono esercitazioni militari regolari nell’ovest dell’Ucraina, l’obiettivo è colpire la Russia”, ha affermato, aggiungendo che “le truppe della Nato stanno prendendo parte a queste esercitazioni, almeno 10 sono in corso, ed i contingenti Nato in Ucraina potrebbero crescere rapidamente”. 

“Non abbiamo paura della Russia”, questa la replica del presidente ucraino, Volodimyr Zelensky, che in un discorso alla nazione ha ribadito che gli ucraini non cederanno «un solo pezzo» del Paese. Immediate anche le reazioni occidentali: il presidente Usa Joe Biden ha chiamato subito dopo il cancelliere tedesco Olaf Scholz e il presidente francese Emmanuel Macron. Gli Stati Uniti hanno già annunciato le prime sanzioni su investimenti e commercio nel Donbass, alle quali se ne aggiungeranno ovviamente altre. L’Unione europea si appresta a farlo domani, con il presidente di turno Macron che per il momento ha parlato di misure “mirate”. Anche Londra, ha fatto sapere la sua ministra degli Esteri Liz Truss, annuncerà un’ulteriore stretta verso la Russia.

Nella notte si è tenuta una riunione del Consiglio di sicurezza dell’Onu, convocata sull’onda della crisi ucraina. “Rimaniamo aperti alla diplomazia”, ha detto l’ambasciatore russo alle Nazioni Unite. “Siamo impegnati per la strada diplomatica ma siamo sulla nostra terra, non abbiamo paura di niente e di nessuno. Non daremo via niente a nessuno», ha replicato l’ambasciatore ucraino all’Onu. La Cina — in un intervento molto importante — ha chiesto «a tutte le parti interessate di esercitare moderazione: tutti i Paesi dovrebbero risolvere le dispute con mezzi pacifici in linea con la carta delle Nazioni Unite”.

com.unica, 22 febbraio 2022