“Se tutto andrà per il meglio e  termineremo questa sperimentazione entro l’anno e se siamo bravi e  veloci ora, potremmo avere il vaccino entro primavera prossima in base commerciale. La previsione è questa”, ha detto Francesco Vaia, direttore sanitario dello Spallanzani di Roma intervistato da Uno Mattina. Partirà oggi la sperimentazione sull’uomo del vaccino anti-Covid ‘made in Italy’ alla clinica Spallanzani di Roma: verrà inoculata stamattina la dose al primo volontario. Presenti all’avvio dei test il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, l’assessore regionale alla Sanità Alessio D’Amato e i vertici dell’Istituto per le malattie infettive della Capitale, eccellenza nella lotta al nuovo coronavirus. 

“Si inaugura così la classica fase uno – ha affermato – che dovrà  verificare se la dose di vaccino non darà effetti collaterali al  paziente e, soprattutto, se questa dose è immunogenica, se capace cioè di produrre all’interno dell’organismo la creazione di anticorpi.  Anticorpi che devono essere neutralizzati, cioè capaci di bloccare la  replicazione virale. Dopodiché i cittadini sottoposti alla  sperimentazione, fino all’autunno, verranno osservati per 12  settimane. La seconda e la terza fase prevedono la sperimentazione nei paesi nei paesi dove la virulenza è molto più alta rispetto  all’Italia, come il Brasile o il Messico”, ha concluso Vaia. 

Il vaccino è stato messo a punto dall’azienda famaceutica Reithera e dall’istituto Spallanzani, finanziamenti da Regione Lazio (5 milioni) e ministero della Ricerca (3 milioni). Antonella Folgori, ad di Reithera, ha ricordato in un’intervista al Corriere della Sera che il vaccino è stato pensato, realizzato e prodotto da una società italiana, (Reithera, appunto, situata nel tecnopolo di Castel Romano).  “Il nostro centro – ha aggiunto – si contraddistingue in quando riunisce ricerca, laboratori di processi di sviluppo e officina manufatturiera. La nostra storia comincia nel 2005 con un team giovane. Inizialmente eravamo in Okairos, una società biotec con laboratori al CEINGE di Napoli, che ha fondato con IRBM (l’istituto di Pomezia che sta sviluppando il vaccino studiato allo Jenner institute di Oxford, ndr) la join venture, Advent dedicata alla manifattura di vaccini basati su adenovirus. Poi ci siamo staccati reinventando un nuovo istituto”. Il vaccino, ha poi spiegato, “viene trasportato nell’organismo dal virus del raffreddore del gorilla, disattivato, che funge da navetta, molto potente sul piano dell’induzione della risposta immunitaria. I risultati sui piccoli animali sono molto incoraggianti e andranno completati con quelli sulle scimmie”.

com.unica, 24 agosto 2020