Il principale oppositore russo, Aleksei Navalny, è ricoverato “in condizioni stabili” all’ospedale della Charité a Berlino. Nella capitale tedesca è atterrato con un aereo organizzato dall’Ong “Cinema for Peace” dotato del necessario equipaggiamento medico e in compagnia di alcuni medici tedeschi che fino all’altro ieri l’avevano potuto visitare a Omsk, in Siberia dove, dopo il collasso, l’attivista 44enne è stato presso la terapia intensiva, sempre in stato di coma. Mentre il suo staff denuncia un avvelenamento, i medici russi che hanno visitato Navalny a Omsk hanno parlato di un “disturbo metabolico”.

Le sue condizioni sono state definite “stabili” durante il volo e anche dopo l’atterraggio, come ha riferito alla Bild il fondatore dell’organizzazione, Jaka Bizily. Secondo quanto reso noto dalla direzione dell’ospedale berlinese, Navalny è attualmente sottoposto ad un ampio procedimento diagnostico. I medici tedeschi che l’hanno in cura “sono certi che si salverà”. Lo ha affermato il direttore sanitario dell’ospedale di Omsk, Aleksandr Murakhovsky, che ha citato una lettera ricevuta dai medici tedeschi dell’ospedale della Charitè di Berlino, dove il dissidente è ricoverato da due giorni. “Ieri abbiamo ricevuto una replica dalla clinica, in cui ci hanno ringraziato e detto che Alexey Navalny era in condizioni gravi ma stabili. I colleghi tedeschi ci sono grati e non hanno dubbi che la vita del paziente sarà salvata”, ha detto ai giornalisti Murakhovsky, secondo quanto riferito dall’agenzia ‘Sputnik’. Navalny, subito dopo il malore, è stato ricoverato all’ospedale di Omsk, in Siberia.

Navalny, definito dal New York Times come “l’uomo maggiormente responsabile della straordinaria fiammata di attivismo antigovernativo”, ha subito in passato diversi attentati tra cui l’attacco con uno spray tossico spruzzato negli occhi nel 2017 e un avvelenamento (reazione allergica secondo le autorità russe che non avevano rilevato nessuna sostanza tossica) da “un prodotto chimico sconosciuto” durante la sua incarcerazione nel luglio 2019. È pertanto per il regime un personaggio scomodo, non solo all’amministrazione presidenziale, ma anche per i numerosi oligarchi e uomini d’affari, oggetto delle sue inchieste. Sono quindi diversi i nemici che possono avere l’interesse di indebolire la sua opposizione, ben diffusa in quasi tutto il territorio della vastissima Federazione e capace di mobilitare in poche ore migliaia di persone nelle piazze delle principali città russe.

Oggi, Navalny è un brand e un microimpero mediatico: oscurato dalla censura, regna in Rete, e sotto l’ombrello della sua Fondazione per la lotta alla corruzione lavorano centinaia di consulenti, attivisti e tecnici, scrive Anna Zafezova su “La Stampa”. Navalny è l’unico in Russia a portare in piazza decine di migliaia di persone, non solo nelle capitali, nonostante le manganellate e gli arresti, e la protesta di Khabarovsk, che da due mesi ormai chiede le dimissioni di Putin, segue i codici, le parole d’ordine e le linee guida dell’oppositore. “Un secolo dopo che Lenin aveva inventato un nuovo modello di rivoluzione con i Soviet e il partito combattente, Navalny ha brevettato l’opposizione 2.0 all’autoritarismo postcomunista”, sottolinea Zafezova. “Il suo successo crescente si poteva misurare dagli arresti sempre più frequenti, da sempre nuove incriminazioni e da pressioni sempre più pesanti ai suoi collaboratori e familiari. Il nemico numero uno di Putin era protetto dalla sua fama: quando il Cremlino decise, nel 2013, di incarcerarlo per 5 anni, dovette cambiare idea dopo che decine di migliaia di suoi fan scesero in piazza. Ma ora, che i suoi seguaci sono molto più numerosi, qualcuno ha deciso che i rischi reputazionali di una sua morte violenta erano inferiori al vantaggio di eliminare il leader di uno scontento sempre più diffuso”.

com.unica, 24 agosto 2020