Curiosa ipotesi di Felice Vinci, lo studioso di “Omero nel Baltico”

La città iraniana di Kerman è salita in questi giorni agli onori della cronaca per le drammatiche circostanze dei funerali del generale Qassem Soleimani, dove egli era nato e dove è stato seppellito. Kerman è la capitale dell’antica regione del Kerman, nel sud-est dell’Iran, menzionata con il nome di Karmania dal geografo greco Strabone, il quale a proposito dei suoi abitanti aggiunge: “L’unico dio che essi venerano è Ares [il dio della guerra]; sono molto bellicosi e tra di loro nessun uomo si sposa se prima non ha tagliato la testa di un nemico e non la ha consegnata al re (…) la cui gloria si misura dal numero di teste che gli vengono portate” (15.2.14).

Ma d’altronde, già qualche secolo prima di Strabone, Erodoto, fra le tribù dei Persiani del suo tempo, citava i Germanioi (1.125): questo nome, se da un lato è facilmente riconducibile a Kerman-Karmania, dall’altro – considerando che le lingue iraniche sono un ramo della famiglia linguistica indoeuropea – ci ricorda da vicino i Germani, della cui vocazione bellicosa anche nell’antichità lo storico romano Tacito ci ha dato un’ampia testimonianza.

Statua di Erodoto davanti al Parlamento austriaco di Vienna

Ricordando altresì quanto recentemente emerso sui possibili collegamenti fra i Curdi (alcuni dei quali abitano parte dell’Iran nordoccidentale) e gli attuali Curlandesi del Baltico orientale, questo singolare rapporto tra Kerman e la Germania, magari supportato da analisi mirate sul DNA delle popolazioni interessate, potrebbe anche aiutare a ricostruire gli spostamenti dei popoli preistorici tra l’Europa e il Medio Oriente. 

(com,unica, 9 gennaio 2020)