[ACCADDE OGGI]

Ogni volta che si affronta il problema della modernizzazione del paese si torna a parlare di una politica per le infrastrutture e della lotta alla burocrazia, quest’ultima una volta solo italiana e oggi pesantemente europea. Fu così anche allora per il nostro paese riunito dalle guerre di indipendenza e particolarmente dopo quella considerata l’ultima guerra di indipendenza e cioè dopo la prima guerra mondiale. Si avvertiva l’assoluta necessità di dotare l’Italia di moderni sistemi di comunicazione e di trasporto in grado di avvicinare le genti sparse lungo lo Stivale in maniera da rendere più tangibile l’unificazione e al tempo stesso dare fiato alla nascente economia nazionale dopo anni di diaspora e dopo il disastro della guerra. Ma i buoni propositi, gli annunzi e i progetti si fermavano dinanzi alle insormontabili difficoltà burocratiche oltre che alla chiusura della borsa dello Stato.

Ma a metà degli anni 20 dello scorso secolo accadde l’impensabile che l’Enciclopedia Treccani così descrive: “L’Italia conseguì in epoca fascista una considerevole rete autostradale, 500 km nel 1940, anche grazie alla presenza di tecnici di livello come Piero Puricelli (1883-1951), ritenuto l’inventore dell’autostrada. Frutto maturo di una tradizione tecnica lusinghiera che l’Italia si era costruita fin dall’epoca della sua prima industrializzazione, Puricelli possedeva il profilo tipico di tecnico portatore di cultura nazionalista e competenze tecniche, che il fascismo esaltò per potenziare il Paese. Proveniente da una famiglia attiva nell’ambito delle costruzioni edili, ingegnere e imprenditore visionario e spregiudicato, fu l’autore di una serie innumerevole di progetti autostradali, a partire dalla Milano-Laghi per giungere al disegno di una rete europea, mantenendosi attivo fino alle porte della guerra. Intuendo gli sviluppi del trasporto a motore, Puricelli sfruttò l’amicizia con Mussolini e le ottime relazioni e protezioni di cui godeva, sia nel mondo industriale sia in quello politico, per promuovere la prospettiva autostradale. Fu grazie a lui che si venne a creare un terreno oltremodo fertile, nel quale crebbe un’opinione pubblica che guardò al fenomeno autostradale con grande interesse”.

Ecco, tra i fatti da ricordare oggi non può sottacersi l’inaugurazione, il 21 settembre 1924 dell’Autostrada dei Laghi che da Linate porta a Varese costeggiando il bellissimo lago Maggiore oltre che il lago di Varese e il lago di Lugano e che in assoluto è considerata la prima autostrada a pedaggio del mondo. L’opera fu ideata e realizzata dall’ingegnere Piero Puricelli in un’epoca in cui poteva apparire avveniristico una strada a scorrimento veloce per le sole automobili che in quell’anno assommavano a un totale, tra auto e autocarri, di nemmeno centomila unità. Ma nel giro di nemmeno dieci anni la presenza dei veicoli a motore su ruote si moltiplicò e il pareggio di bilancio per le somme occorse alla costruzione dell’opera fu raggiunto attraverso il transito giornaliero di circa mille autovetture.

Resta un primato assoluto dell’Italia che ancora oggi spiega il motivo per il quale i nostri tecnici sono chiamati in ogni parte del mondo a costruire autostrade.

(Franco Seccia/com.unica, 21 settembre 2022)