L’annuale report su Internet Trends di Mary Maker (venture capitalist americana nonché una delle più autorevoli analiste del settore) è diventato un appuntamento fisso da oltre vent’anni, una lettura di grande interesse non solo per chi si occupa direttamente di web e nuove tecnologie.

Puntuale come sempre (dal 1995) è appena arrivato il rapporto 2016 che monitora lo stato di Internet nel mondo. Quest’anno la presentazione è avvenuta in pubblico ed è stata particolarmente significativa in quanto ha coinciso con il raggiungimento del traguardo di ben 3 miliardi di utenti attivi nel pianeta. Sono 217 le pagine del rapporto, con oltre 200 slide e diversi grafici che riguardano un gran numero di argomenti, dall’impatto nelle varie regioni del pianeta ai social network, dal tema dei nativi digitali alle modalita di accesso, ecc.

Da una prima lettura emerge il dato di una crescita meno sostenuta rispetto al passato, ma che è particolarmente evidente nel continente asiatico. In particolare in India, il paese col più alto tasso di crescita anno su anno con circa il 40 per cento di incremento, tanto da collocarlo ormai stabilmente al secondo posto dietro la Cina e davanti gli USA. Si tratta di dati e informazioni che avranno presumibilmente delle implicazioni molto importanti a livello globale per quanto riguarda gli investimenti da parte delle aziende del settore.


Lo studio si sofferma particolarmente sulla penetrazione nei paesi in via di sviluppo, ancora molto lenta e dove il mobile è la via quasi obbligata di accesso al digitale. Le barriere in ingresso sono costituite essenzialmente dai costi: è ancora molto difficile parlare di grandi numeri in quelle regioni poiché uno smartphone o un computer hanno ancora un costo che rappresenta una quota rilevante del reddito procapite, alla stregua per intenderci di un bene di lusso.

Nel complesso abbiamo un quadro complessivo che sta comunque cambiando: ci sono sempre più utenti collegati a Internet per sempre più tempo tramite terminali mobile, benché non vi sia un eguale investimento degli inserzionisti nell’advertising specifico. E a proposito di dispositivi mobili, confermata la leadership di Android, che cresce ancora rispetto a iOS, mentre gli altri sistemi operativi non vengono nemmeno presi in considerazione vista la loro poca consistenza.

(Sebastiano Catte/com.unica, 7 giugno 2016)