Il 29 marzo 1516, sotto il dogado di Leonardo Loredan, il Senato veneziano decreta che tutti “li giudei debbano abitar unidi” in una zona recintata e sorvegliata della città: nasceva il primo ghetto ebraico. Il Ghetto di Venezia compie cinquecento anni – mezzo millennio di storia densa di ostacoli, di straordinari personaggi e di architetture riconoscibilissime.

Il concerto

Nel giorno dell’anniversario della creazione del Ghetto, 29 marzo 2016, è in programma una serata inaugurale organizzata al Teatro La Fenice in collaborazione con UCEI e con il sostegno del World Jewish Congress e della Associazione Europea per la conservazione e la promozione della cultura e del patrimonio ebraico (AEPJ), in presenza di personalità internazionali del mondo della scienza, dell’economia, dell’arte e della cultura.  L’evento intende rimarcare il valore globale del cinquecentenario – non un festeggiamento, ma un momento di riflessione e di celebrazione della libertà oltre i muri. Dopo una prolusione dello storico britannico Simon Schama, il Maestro Omer Wellber dirigerà l’Orchestra del Teatro La Fenice in un programma pensato in collaborazione con il direttore artistico del Teatro La Fenice, Fortunato Ortombina: la Sinfonia n. 1 in Re maggiore di Gustav Mahler. Tra le iniziative promosse dal Comitato per i 500 anni del Ghetto di Venezia spicca la mostra internazionale “Venezia, gli ebrei e l’Europa. 1516-2016”, organizzata in collaborazione con la Fondazione Musei Civici di Venezia e in programma a Palazzo Ducale da metà giugno a metà novembre  2016. Importante anche la  collaborazione con le Gallerie dell’Accademia di Venezia e con alcuni musei e collezioni stranieri, quali il Louvre di Parigi, la Pinacoteca di Brera, il Museo Ebraico di Vienna e alcune collezioni private

La Bolla

La mostra

Il Comitato ha affidato alla professoressa Donatella Calabi (ordinaria di Storia dell’Architettura all’Università IUAV di Venezia), massima esperta della storia urbana del Ghetto, la presidenza del Comitato Scientifico, costituito dai più importanti studiosi mondiali del Ghetto di Venezia. La mostra vedrà inoltre la collaborazione del Museo Ebraico di Venezia e dello Iuav e avrà il sostegno delle Fondazioni Berg (via Venetian Heritage), Delmas (via Save Venice) e della Fondazione di Venezia. La mostra intende dare conto della storia del Ghetto di Venezia, della sua crescita, della sua architettura, della società dei mestieri, della vita materiale e delle relazioni tra la minoranza ebraica e l’intera città in un contesto di rapporti con altri insediamenti ebraici in Europa e nel bacino mediterraneo.I contenuti fonderanno il meglio dell’arte e della cultura ebraica veneziana, avanzati linguaggi multimediali atti a una divulgazione di alto livello, e capolavori veneti in grado di dimostrare la reciproca influenza tra ebrei e società circostante (in particolare quadri di soggetto biblico, come simbolo dell’antica simbiosi tra storie dell’Antico Testamento e paesaggio veneto).

La ricostruzione virtuale del Ghetto nelle sue diverse fasi storiche permetterà di seguire lo sviluppo del quartiere; importanti oggetti rituali saranno utilizzati per spiegare ai visitatori usi e costumi religiosi ebraici, fondendo insieme la parte artistica e artigianale e quella culturale. I libri testimonieranno la straordinaria importanza della stampa ebraica veneziana, la prima in Europa, con l’esempio del Talmud stampato a Venezia per la prima volta e ancora in uso oggi in tutto il mondo nella stessa edizione.

(com.unica, 28 febbraio 2016)