Sono continuati anche durante il secondo giorno della festività ebraica di Rosh Hashanah gli scontri tra militari israeliani e dimostranti palestinesi, con lanci di mattoni e sassi da parte di questi ultimi, presso il luogo sacro che corrisponde alla Spianata delle Moschee per i musulmani e al Monte del Tempio per gli ebrei.

Le versioni sono diverse: secondo fonti palestinesi i militari sarebbero entrati nella moschea per fermare i palestinesi barricati, calpestando i tappeti e arrivando al pulpito dei sermoni, mentre la polizia israeliana assicura che non vi è stata violazione del luogo sacro.

Il gruppo terroristico di Hamas cerca intanto di gettare benzina sul fuoco e, nel corso della terza giornata di scontri, ha parlato di “dichiarazione di guerra da parte di Israele alla quale gli arabi devono rispondere”. A puntare il dito contro il governo di Gerusalemme, anche il re giordano Abdallah che ha dichiarato come le “provocazioni potrebbero spingerci a contromisure”.

Sul quotidiano “La Repubblica” l’analista Daniel Pipes sottolinea come è possibile che, da parte palestinese, si stia cercando di innescare una nuova Intifada: “Per chi vuole far esplodere Gaza e la Cisgiordania il modo più sicuro è cominciare con gli scontri nel Monte del Tempio”.

(com.unica, 16 settembre 2015)