L’umanizzazione delle cure in ambito sanitario: è questo il tema della giornata di studi che si svolgerà sabato 11 novembre a Nuoro presso l’auditorium “Giovanni Lilliu” del Museo Etnografico, in via Antonio Mereu 56. Responsabile scientifico è il Dott. Salvatore Salis, Direttore Hospice, Terapia Antalgica e Cure Palliative Domiciliari dell’ASSL di Nuoro/ATS Sardegna.

Il convegno ha la qualifica di evento ECM, accreditato presso la Commissione Nazionale del Ministero della Salute e sarà articolato in due sessioni di lavori. La prima, nel corso della mattina (a partire dalle ore 9) sarà coordinata dal professor Andrea Montella (Ordinario di Anatomia umana presso la facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università di Sassari) e dal dottor Tonino Saba (Direttore del Dipartimento di prevenzione dell’Asl di Olbia); la seconda, nel pomeriggio, dal professor Franco De Conno (Direttore onorario dell’Associazione europea per le cure palliative) e dal dottor Bruno Farci (Direttore sanitario-palliativista presso l’Hospice Madonna di Fatima a Quartu S. Elena).

L’ingresso dell’Ospedale Zonchello di Nuoro

Per umanizzazione delle cure si intende l’attenzione posta alla persona nella sua totalità in un mondo sanitario che sembra aver perso questa fondamentale dimensione di assistenza: è un’esigenza che segna il passaggio da una concezione del malato come mero portatore di una patologia ad una come persona con i suoi sentimenti, le sue conoscenze, le sue credenze rispetto al proprio stato di salute. Le recenti scoperte in campo medico-scientifico e la conseguente iperspecializzazione ci permettono oggi di trattare patologie una volta incurabili, ma spesso restano disgiunte, nella quotidianità della pratica clinica, dalla necessaria consapevolezza dell’importanza degli aspetti relazionali e psicologici legati all’assistenza, senza riuscire a cogliere l’interiorità irripetibile di ogni essere umano. Da qui l’attenzione verso una medicina in grado di accompagnare i pazienti e la famiglia lungo il percorso della malattia, in cui il paziente dovrà essere considerato non come un insieme di organi ma come soggetto umano completo.

Da parte degli organizzatori vi è l’auspicio che vi possa essere anche da parte della politica e delle direzioni sanitarie una maggiore sensibilità rispetto a questi temi, iniziando a mettere al centro dei piani strategici il concetto della umanizzazione e contribuire così a creare una sanità davvero moderna. Lo scopo del convegno è proprio quello di ribadire e approfondire questi concetti e mettere i discenti nelle condizioni di acquisire strumenti in grado di sviluppare competenze che consentano di attuare una relazione di cura adeguata all’umanità sofferente. Un approccio decisamente interdisciplinare: non è un caso che tra i relatori, oltre a medici e docenti nel campo della salute, figurino così anche le psicologhe Nadia Brusasca e Franca Billa e un architetto, il professor Antonello Monsù Scolaro, docente in Tecnologia dell’Architettura presso l’Università di Sassari.

Il dottor Salvatore Salis, che ha dedicato a queste tematiche il recente volume Storie di vita dall’Hospice, è da anni un convinto sostenitore di questo tipo di approccio, fondato sulla necessità di passare dal concetto di curare a quello dell’aver cura. In tale prospettiva al medico è richiesto pertanto non solo un bagaglio di competenze più ampio rispetto al passato ma anche un modo diverso di relazionarsi con il paziente, che può essere ben sintetizzato da questa efficace ed eloquente citazione del professor Vittorio Ventafridda, uno dei padri delle cure palliative in Italia: “Chi non sa ascoltare, chi non sa d’arte e chi non sa di musica non può dare una valida relazione di aiuto”.

Il convegno sarà chiuso da un concerto jazz del trio del chitarrista nuorese Battista Giordano. Qui è possibile scaricare il depliant di presentazione con il programma completo: link.

(Sebastiano Catte, com.unica 10 novembre 2017)