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Oggi la grande e spettacolare festa

Oggi 27 giugno ad Amalfi è grande festa. Una festa che come spesso accade mette insieme storia e leggenda. Per la leggenda il ricordo va a quando Ariadeno Barbarossa sferrò un poderoso attacco alla città di Amalfi con lo scopo di saccheggiarla e distruggerla. Le sentinelle diedero l’allarme dalle torri di avvistamento e i cittadini, presi dal panico, avevano intenzione di fuggire. Alcuni fedeli però si recarono sulla tomba di Sant’Andrea, il fratello dell’Apostolo Pietro anch’egli pescatore le cui spoglie erano state portate da Costantinopoli ad Amalfi , a implorare il miracolo. Quando già la sfiducia li aveva pervasi e i pirati erano arrivati, un fortissimo vento si levò, e trascinò i filibustieri al largo. A questo punto un tuono rimbombò per il cielo e un fulmine si abbatté in mare. Gli elementi atmosferici si accanirono sulle navi. Pioggia, vento e mare distrussero e affondarono l’armata nemica. E così gli amalfitani per intercessione di Sant’Andrea furono salvi.

Per la storia Ariadeno Barbarossa il cui vero nome era Khayr al-Dīn Barbarossa, fu un grande navigatore, ammiraglio e condottiero nato greco ma poi diventato signore di Algeri e servitore del gran Sultano Sulimano. Fu certamente anche un predatore e perciò un grande pirata anche se al posto della bandiera nera issava sulle sue navi il vessillo con la mezza luna. A fare le spese delle sue continue scorribande nel Mediterraneo erano principalmente le Repubbliche marinare e i suoi continui saccheggi avevano come meta preferite le città tirreniche soprattutto Reggio Calabria ma anche li isole partenopee e le città della bassa costa laziale. Fu ferocemente avversato in combattimento dall’ammiraglio genovese Andrea Doria che spesso lo costrinse alla fuga.

Tornando alla grande festa di oggi ad Amalfi che ricorda quel giorno del 27 giugno 1544 quando Barbarossa il saraceno risparmiò la perla della costiera che porta il nome della città repubblica marinara, la statua del santo Patrono Sant’Andrea affettuosamente chiamato dagli amalfitana “o viecchio” viene portata in processione dai membri delle diverse congregazioni religiose cittadine dal Duomo in spalla e di corsa fino alla marina dove i pescatori gli fanno omaggio del pesce più prelibato e il santo per ringraziare fa fuoriuscire dalla sua tomba un liquido oleoso e odoroso detto “manna”.

Poi quando cala la notte la città si riempie di suoni che le diverse bande appositamente convenute intonano a gloria del santo mentre l’intera costiera si illumina con spettacolari fuochi artificiali.

(Franco Seccia/com.unica 27 giugno 2019)