Anche ieri l’UNICEF ha lanciato l’allarme sulla situazione drammatica degli sfollati in Siria. Sono circa 31.500 le persone costrette a fuggire dalla parte orientale di Aleppo, di cui almeno il 50% bambini. “Per far fronte a questo dramma i nostri operatori stanno lavorando 24 ore su 24 per rendere un po’ più sopportabile la loro vita” – ha denunciato Hanaa Singer, rappresentante UNICEF in Siria. “Sono stati distribuiti vestiti invernali, l’acqua è stata trasportata presso i rifugi e le aree in cui la popolazione sta facendo ritorno, come ad Hanano”, ha aggiunto. “Stiamo inoltre fornendo carburante e riparando la rete idrica ad Aleppo, per garantire a 1,2 milioni di persone l’accesso all’acqua potabile. Circa 7.000 bambini e le loro madri sono stati sottoposti a vaccinazioni di routine di base. Attraverso le cliniche mobili sono stati visitati oltre 1.600 bambini per la malnutrizione e sono stati distribuiti integratori alimentari. Circa 6.000 bambini stanno ricevendo informazioni sui rischi connessi alle mine e servizi di supporto psicologico. Questi semplici e immediati interventi possono salvare vite umane”.

“Anche se l’attenzione del mondo è concentrata su Aleppo, sfortunatamente le sofferenze umane sono diffuse in tutta la Siria”, ha ricordato Singer. “La parte orientale di Aleppo è solo una delle 16 aree sotto assedio, in cui stimiamo che ci siano circa mezzo milione i bambini intrappolati in condizioni di vita che si stanno facendo sempre più difficili”. “I bambini della Siria non si stanno arrendendo e non possiamo arrenderci neanche noi”, ha poi assicurato Singer. “L’UNICEF si è impegnato a fare il possibile per sostenerli e per dare aiuto ovunque possibile. Solo nel 2016, abbiamo fornito a 3,2 milioni di bambini libri di testo e materiali scolastici, riparato scuole e allestito migliaia di spazi temporanei per l’apprendimento. Decine di migliaia di bambini hanno ricevuto supporto psicosociale per superare gli orrori che stanno vivendo. È stato fornito un migliore accesso all’acqua potabile a 14 milioni di persone; sono state riparate le infrastrutture idriche e igienico-sanitarie, fra cui 460 pozzi d’acqua, ed è stato garantito il trasporto dell’acqua in situazioni d’emergenza. La copertura delle vaccinazioni di routine è stata incrementata da una media nazionale del 50% al 75%. Le vaccinazioni anti-polio hanno bloccato la malattia letale: non si sono verificati nuovi casi per circa tre anni”. “Possiamo fare la differenza, ma non è abbastanza. Bisogna essere chiari: finché le violenze continueranno, i bambini in Siria soffriranno”, ha detto ancora il rappresentante dell’UNICEF. “Ma siamo decisi a fare il possibile per raggiungere i bambini. È il motivo per cui abbiamo un personale di oltre 200 persone nel Paese che rischia ogni giorno la propria vita per dare supporto ai bambini siriani”.

Quindi Singer ha rivolto un invito a “tutte le parti in conflitto a fermare gli attacchi su civili, scuole e ospedali, ad arrestare il reclutamento e l’utilizzo di bambini in gruppi e forze armate, e a bloccare l’utilizzo degli assedi come strumento di guerra. Le famiglie siriane e i bambini siriani hanno un grandissimo desiderio: ritornare nelle loro case, vivere in pace, e contribuire alla ricostruzione del loro bellissimo Paese. È necessario dar loro la possibilità di farlo”, ha concluso.

(aise/com.unica 10 dicembre 2016)