È di ieri la decisione da parte del Consiglio esecutivo dell’Unesco di adottare il testo della risoluzione in cui si definisce Gerusalemme “patrimonio palestinese” e cancella con un tratto di penna le origine ebraiche di alcuni luoghi della città come il Monte del Tempio e il Muro del Pianto, sancendo di fatto la sacralità per questi luoghi soltanto per la religione musulmana.

Una risoluzione che come si ricorderà è stata presentata dai palestinesi insieme ad Egitto, Algeria, Marocco, Libano, Oman, Qatar e Sudan e poi adottata con il voto favorevole di 24 paesi. Solo 6 i contrari (Usa, Germania, Gran Bretagna, Lituania, Estonia, Olanda) mentre 26 si sono astenuti, tra cui l’Italia.

“Una decisione assurda”, aveva commentato a caldo il premier israeliano Benjamin Netanyahu dopo aver appreso la notizia. “Dire che Israele non ha legami con il Monte del Tempio è come dire che la Cina non ha legami con la Grande Muraglia o che l’Egitto non ha nessun legame con le Piramidi: l’Unesco ha perso quel poco di legittimità che ancora aveva”. Parere contrario aveva espresso nei giorni scorsi anche la stessa direttrice generale dell’Unesco, Irina Bokova, condannando le divisioni religiose e culturali all’interno dell’organismo delle Nazioni Unite. “Tremila anni di storia, ebraica ma anche cristiana, cancellati con una decisione di chiaro stampo revisionistico e negazionistico – ha dichiarato al riguardo la presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Noemi Di Segni. “Questa risoluzione – ha aggiunto – che tratta in modo fuorviante anche l’identità di alcuni siti di Hevron e Betlemme, è un insulto all’intelligenza, alla decenza, alle battaglie che tante persone e Istituzioni responsabili e di buona volontà combattono ogni giorno per contrastare i professionisti dell’odio e della menzogna”.

Per protestare contro la decisione “Il Foglio” ha organizzato oggi pomeriggio una manifestazione sotto la sede dell’organizzazione dell’Onu, con l’intento – si legge nel quotidiano in edicola oggi – “di trasformare la sede dell’Unesco a Roma (Piazza di Firenze, 27, a pochi passi dal Parlamento) nel nostro Muro del Pianto: portando di fronte alla sede italiana dell’organizzazione le lettere del Foglio e dei nostri lettori per spiegare che cancellare la storia di Israele non è Educazione, non è Scienza, non è Cultura: è semplicemente una Shoah culturale”.

La protesta era rivolta soprattutto nei confronti di quello che il direttore del Foglio Claudio Cerasa ha chiamato “il silenzio assordante dell’Occidente e dell’Italia”. Si è chiesto in particolare al nostro Presidente del Consiglio e al ministro degli Esteri di spiegare il loro silenzio e le motivazioni che hanno spinto i nostri rappresentanti diplomatici ad astenersi su una mozione che pretende di cancellare dalla storia di Gerusalemme la millenaria presenza ebraica. Stati Uniti e Germania hanno votato contro, quindi non vale nemmeno la scusa che non ci si voleva distinguere dagli alleati tradizionali.

I manifestanti hanno intonato gli inni israeliano e italiano dopo aver ribadito il legame storico tra il popolo ebraico e Gerusalemme, capitale unica e indivisibile dello Stato d’Israele. “Vergogna per l’UNESCO, vergogna per la delegazione italiana che si è piegata a questo palese gesto di antisemitismo e antisionismo” hanno ribadito in tanti.

Presente alla manifestazione una delegazione della Fondazione Levi Pelloni e gli amici della Biblioteca della Shoah di Fiuggi e Trivigliano. Pino Pelloni, a nome della Fondazione si è espresso in termini molto netti: “Fuori di senno questi signori dell’Unesco a cancellare dalla storia ebraica e dalla storia dell’umanità il Muro del Pianto e il Monte del Tempio. Con una mozione dettata dall’odio e dall’imbecillità HarHaBait è scomparso e il Kotel Hamaaravì (muro occidentale) da oggi dovrà chiamarsi al Buraq, il nome del cavallo di Maometto. L’Italia non ha trovato l’ardire di opporsi a questa ignominia che porta la firma di una istituzione (inutile e compromessa) a cui era stato demandato il presidio della cultura e dei suoi monumenti.”

(com.unica, 19 ottobre 2016)