“I fratelli sono come i lampioni lungo la strada, non accorciano le distanze, ma illuminano il percorso e rendono la passeggiata più piacevole”.

Il 18 agosto, giorno di luna nuova del mese indù di Shravana, si festeggia il Raksha Bandhan, per celebrare la relazione sacra tra fratelli e sorelle, chiamato anche Festival del Rakhi. È una festa tipica delle regioni nord occidentali dell’India, ma che si è estesa al resto del Paese con lo stesso spirito. Il Rakhi è fondamentalmente un filo sacro, di protezione, forte come l’acciaio, che rappresenta il legame indissolubile di amore e fiducia tra fratello e sorella.

Il Festival del Rakhi non è solo la tipica festa caratterizzata da canti, balli, celebrazioni e tradizionali scambi di dolci e regali , ma ha anche un forte significato sociale perché sottolinea l’importanza che tutti vivano in armoniosa coesistenza gli uni con gli altri. In questo giorno di buon auspicio tutti i fratelli e le sorelle cercano di ricongiungersi e di stare insieme in un gioioso ritrovarsi, condividono piatti gustosi, dolci e si raccontano le esperienze e i fatti della loro vita. Per coloro che abitano troppo lontano, o che sono all’estero, esiste la possibilità di inviarsi via e.mail cartoncini augurali di Rakhi, con dei messaggi che rivelano i sentimenti personali tra i fratelli e le emozioni. I preparativi per il Raksha Bandan iniziano almeno un mese prima, la gente corre a comprare le stoffe più belle e ricche per confezionarsi abiti nuovi, doni da scambiarsi con i fratelli, soprattutto per quelli lontani, dolciumi di ogni tipo, ma soprattutto i Rakhi più fantasiosi: i mercati, i negozi sono inondati di Rakhi di tutte le fogge e di souvenir di ogni tipo per attrarre clienti.

Il giorno del Festival del Rakhi, è di buon auspicio iniziare con un bagno fatto le primissime ore del mattino. Poi si indossano i vestiti nuovi e iniziano le cerimonie di adorazione agli Déi. Dopo aver invocato le loro benedizioni, la sorella lega il nastro rosso al polso del fratello, traccia un segno colorato sulla sua fronte con del roli e riso, il tutto mentre canta i mantra. La sorella offre al fratello dolciumi e caramelle per addolcire la vita e augurargli il benessere. A sua volta il fratello promette di prendersi cura di lei e le offre un dono per sugellare l’impegno di proteggerla in ogni circostanza, che può essere un vestito, oppure del denaro e anche lui le offre dei dolci e della frutta secca in segno di nutrizione. Si tratta di un rituale arcaico: del Rakhi si narra nel Vishnu Purana, testo sacro primario del ramo Vaishnava dell’Induismo, ma anche in altre scritture antiche e in alcuni poemi epici come il Mahabaratha.

Il mese di Shravana è un mese sacro, in cui viene festeggiata la nascita di Krishna, che nel 2016 cade il giorno 25 agosto, ottavo giorno di luna calante. È anche il mese dei monsoni per cui si compiono numerose celebrazioni per motivi diversi: per i fratelli si festeggia il legame di amore eterno, i Bramini assumono l’impegno di celebrare i riti Brahmanik e per chi vive dipendendo dal mare e dai monsoni, si celebra l’inizio della nuova stagione. Raksha Bandhan è una festa molto importante diffusa in tutto il mondo.

Per il poeta Rabindra Nath Tagore, premio Nobel per la pace, Raksha Bandhan non era solo il festival dei fratelli, ma una celebrazione in onore dell’uomo e dell’umanità. Tagore promosse il concetto di unità e armonia tra tutti i membri della società, sostenendo che fosse responsabilità di ogni uomo aiutarsi e proteggersi a vicenda e incoraggiare una vita sociale armoniosa, trascendendo i confini geografici, di razza, genere, religione e cultura. Nel 1905 quando l’impero britannico decise di dividere il Bengala, uno stato dell’India britannica, sulla base di casta e di religione, Rabindra Nath Tagore organizzò una cerimonia per celebrare il Raksha Bandhan per rafforzare il legame di amore e di solidarietà tra gli indù e i musulmani del Bengala e insieme ribellarsi contro l’impero britannico. Il Raksha Bandhan diventò il terreno ideale per diffondere il sentimento di fratellanza e lo spirito nazionalistico tra persone appartenenti a diversi gruppi etnici. Il suo tentativo fallì, ma oggi, il Festival del Rakhi deve essere guardato come la chiave di un’esistenza pacifica, lo strumento per il cambiamento sociale, perché tutti possano impegnarsi in un patto di amore e amicizia reciproca.

(Nadia Loreti, com.unica 17 agosto 2016)