Domenica 31 luglio alle ore 21 alla Portella, nel quartiere ebraico di Anticoli (Fiuggi), di scena il quintetto Klezmer (Massimo De Santis, voce ecitante, Gaetano Bongarzone clarinetto, Attilio Gualtieri chitarra, Giuseppe Gualtieri fisarmonica, Alessandro Sansalone pianoforte e Francesco Leone contrabbasso) in un concerto su improvvisazioni di temi di compositori anonimi ebrei. Il titolo della serata, offerta dal Festival delle Città Medievali, e promossa dalla Fondazione Levi-Pelloni è “Gli ebrei, Anticoli, la solidarietà tra i popoli”, ed è presentata da Pino Pelloni.

Una occasione per i cittadini e il pubblico termale di conoscere la storia degli ebrei di Anticoli e di visitare l’antico Ghetto con la famosa Menorah di via del Macello (XV secolo) in attesa del Giornata Europea della Cultura Ebraica del prossimo 18 settembre.

La parola klezmer viene dalla fusione di due parole ebraiche, kley e zemer, letteralmente strumento musicale. E’ la musica popolare ebraica strumentale dell’est Europa. Una tradizione ricchissima che ha avuto origine circa quattrocento anni fa in particolare in Polonia, Russia, Ucraina, Romania. E’ una musica che ha assorbito e rielaborato il folclore musicale dei numerosi paesi est europei e balcanici in cui si sono sviluppate comunità ebraiche.

Il klezmer si genera all’interno delle comunità ebraiche dell’Europa orientale, in particolare delle comunità khassidiche, ed è patrimonio e prerogativa di musicisti che per scelta o costrizione sono in continuo movimento: vi ritroviamo infatti elementi tedeschi, magiari, boemi, bulgari, transilvani, turchi, greci, ucraini, oltre agli influssi della musica tzigana.

klezmorim erano musicisti itineranti, e portavano la musica secolare (vocale e strumentale) nei matrimoni e nelle feste. Lo strumento emblematico del mondo ebraico degli zhtetl e dei ghetti è sicuramente il violino, ma nel klezmer acquisterà crescente rilievo il clarinetto apportando un contributo centrale che marcherà il carattere delle sonorità più tipiche. Ma svolgeranno un ruolo importante anche gli ottoni, in particolare la tromba, gli strumenti percussivi, melodico percussivi come il cymbalon e altri strumenti come il cello, usato in funzione di bassetto portatile. Legato al destino della sua gente, il klezmer ha subito ogni sorta di vessazione. Ha subito proibizioni, revoche delle proibizioni, revoche delle revoche. È stato in balia del ridicolo furore di poteri locali laici e religiosi che ne chiedevano il contingentamento, così che era lecito esibirsi in un trio ma non in un quartetto e altre bizzarie del genere. Il klezmer, secolarizzandosi e laicizzandosi, è in qualche misura “decaduto”, ma nel suo profondo mantiene i suoi geni di musica “povera” proveniente da una cultura a lungo vessata e disprezzata.

(Giovanna Napolitano/com.unica 29 luglio 2016)