[ACCADDE OGGI]

Quasi un mese e mezzo dopo il suo arresto, 9 giorni dopo la firma segreta dell’”armistizio” tra l’Italia e gli alleati e appena 4 giorni dopo l’annunzio della cessazione delle ostilità contro gli angloamericani, Benito Mussolini viene liberato dalla prigionia a Campo Imperatore sul Gran Sasso con un’ardita operazione militare dei tedeschi passata alla storia come “Operazione Quercia”. L’ex Duce commenterà la sua liberazione nella sua “Storia di un anno. Il tempo del bastone e della carota” (Milano, Mondadori, 1944) con queste parole: “Racconti di fughe e liberazioni, drammatiche, romantiche, talvolta fantastiche, si possono trovare nella storia, ad ogni epoca e per ogni popolo, ma la mia fuga dalla prigione del Gran Sasso anche oggi appare come la più audace, la più romantica di tutte e, nello stesso tempo, la più moderna come metodo e stile”.

Ma a scrivere di quella fuga, della liberazione di Mussolini e dell’”Operazione Quercia” saranno tantissimi nel tempo. Libri, film, documentari e per ultimo il lavoro teatrale di Pier Francesco Pingitore, tutto ci riporta a quelle ore del primo mattino di quel 12 settembre 1943 quando la quiete montana dell’alta quota del Gran Sasso fu squarciata da un gruppo di una decina di alianti tedeschi con le ruote cingolate con filo spinato che presero di sorpresa i carabinieri di guardia all’illustre prigioniero il quale dalla sua stanza-prigione dell’albergo assistette all’intera operazione e notò anche il trambusto creatosi tra gli ufficiali tedeschi Kurt Student Otto Skorzeny incaricati da Hitler in persona della liberazione di Mussolini i quali facevano a gomitate per essere primi ad andare a porgere la mano al prigioniero. Lo stesso trambusto frammisto a indecisione sul da farsi Mussolini lo notò tra gli alti ufficiali italiani, il generale della Polizia Fernando Soleti e l’ispettore generale Giuseppe Gueli, che per ordine di Badoglio e del Re in persona erano stati incaricati della sua custodia. In ogni caso l’operazione fu un successo e per parte italiana sono storicamente prove inoppugnabili le foto che ritraggono i carcerieri di Mussolini mentre ossequiosamente lo accompagnano all’aereo tedesco che da Campo Imperatore lo condurrà prima a Pratica di Mare e poi a Monaco.

Tanti, dicevamo gli scritti e le fantasiose ricostruzioni sulla liberazione di Mussolini dal Gran Sasso. Non manca chi sulla base di partite di scopone giocate dall’illustre prigioniero con un proprio parente inserviente dell’albergo e facendo leva sulla non resistenza del corpo di guardia incaricato della custodia di Mussolini attribuisce il tutto all’ennesima giravolta di Badoglio che segretamente avrebbe pattuito con i tedeschi la riconsegna del Duce per aver salva la vita dopo lo strappo dell’alleanza.

Interessante invece al fine di una retrospettiva storica sul come avrebbero potuto svolgersi le cose, ma la storia si sa non si fa con i se, quando ci riporta Pierfranco Bruni stralciando dalle pagine inedite degli appunti di Francesco Grisi che riflette sulla “Operazione Quercia” e si sofferma sulle parole dello stesso Mussolini “Racconti di fughe e liberazioni, drammatiche, romantiche, talvolta fantastiche…”. Francesco Grisi scrive: “Una fuga romantica? Una fuga con stile? Anche quella fuga si addice al personaggio dannunziano qual era, appunto, il Duce. Sembrava scolpito da un D’Annunzio audace ed efficace. Soltanto qualche giorno dopo si comincia una nuova storia. Perché nuova? Perché gli italiani erano convinti che la guerra sarebbe finita con il crollo del fascismo. Così non è stato. Il 12 settembre si riapre una triste stagione. Imprevedibile. Imprevista per gli stessi angloamericani. Ma non per Hitler. Mussolini viene rimesso al comando di un fascismo fantasma. Di un fascismo che aveva perso i fascisti di un tempo e cercava di attrezzarsi con i fascisti rimasti. Forse quelli più fedeli. Forse quelli che hanno preferito morire con la camicia nera. Ma questa è un’altra storia. Il 12 settembre è una data che riapre un conflitto che si pensava chiuso. Rimangono impresse le parole di Mussolini pronunciate da Radio Monaco il 18 settembre: “… Dopo un lungo silenzio ecco che nuovamente vi giunge la mia voce, e sono certo che la riconoscerete…”.

(Franco Seccia/com.unica 12 settembre 2020)