Ieri il presidente incaricato Giuseppe Conte è salito al Quirinale per aggiornare il presidente della Repubblica sulla formazione del governo, ma senza sciogliere la riserva e portare la lista dei ministri. Si allungano quindi i tempi: il nodo principale rimane quello del nome di Paolo Savona al ministero dell’Economia, scelto dalla Lega e noto per le sue posizioni anti-Ue, a cui si oppone il Capo dello Stato (Repubblica). Lo stesso Savona si mostra disponibile a non creare problemi e, interpellato dal Corriere, ammette: “Non voglio interferire con le scelte del presidente Mattarella, che stimo immensamente. Posso anche fare un passo indietro e rimettermi a scrivere”. Per il Pd Boccia la scelta di Savona non sarebbe un male: “Savona preparato, sarebbe un argine a Salvini”.

Matteo Salvini, commentando l’impasse, ha scritto su Facebook: “Sono molto arrabbiato”, incassando il like di Luigi Di Maio. Il leader del Carroccio è pronto a rompere ed evoca il ritorno alle urne. Secondo Repubblica, Alessandro Di Battista avrebbe invece messo il veto sul nome di Giampiero Massolo agli Esteri. Intanto nella mattinata Conte aveva incontrato il governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco. Sul tavolo, l’urgenza di mandare segnali chiari ai mercati sui conti pubblici.

L’agenda del futuro governo agita la Borsa, come era facile prevedere. Nelle due settimane di incertezza politica, Piazza Affari è arretrata di oltre il 7%. Ieri lo spread è salito fino a 215 per poi ripiegare a quota 206. In tre settimane 200 miliardi sono andati in fumo (Corriere). L’agenzia di rating Moody’s avverte l’Italia del rischio declassamento. Mentre il settimanale tedesco Der Spiegel accusa Roma, in un articolo dai toni a dir poco spregevoli, di voler “scroccare” dai partner Ue, indicando Draghi come “principale colpevole”.

(com.unica 26 maggio 2018)