Dopo l’accelerazione del 2017, l’economia italiana continuerà a crescere dell’1,5% quest’anno, ma nel 2019 la crescita del Pil si fermerà all’1,2%. Lo scrive la Commissione europea nelle stime di primavera. E il commissario Ue agli Affari economici e finanziari, Pierre Moscovici, ammonisce intervenendo come è suo solito a gamba tesa: “Gli sforzi strutturali per il 2018 sono pari a zero” (Repubblica).

Il Ministero dell’Economia e delle Finanze risponde che la contabilità definitiva del 2018, che potrà essere apprezzata solo nel 2019, sarà in linea con le regole europee. E il presidente dell’Europarlamento, intervistato dal Messaggero, invita a vigilare sul bilancio europeo 2012-2027 contro i tagli dei fondi al Sud.  “È opinione del Ministero dell’Economia e delle Finanze che la contabilità definitiva del 2018 mostrerà un andamento in linea con le regole europee”. Secondo il Mef, “il deficit strutturale rimarrebbe invariato tra 2017 e 2018, secondo le stime della Commissione, mentre il Governo ha stimato una riduzione di un decimo di punto percentuale nel 2018, a partire da un saldo 2017 migliore delle stime precedenti”. Per gli altri numeri del bilancio italiano, la Commissione stima che – senza interventi normativi – nel 2018 Il deficit/Pil nominale italiano calerà dal 2,3% nel 2017 all’1,7% e nel 2019 resterà a quel livello. Il debito/Pil passerà dal 131,8% nel 2017 al 130,7% nel 2018 e al 129,7% nel 2019. Il governo prevede 130,8% quest’anno e 128% l’anno prossimo.

Ma non ci sono solo ombre sull’economia italiana. L’Italia torna dopo 16 anni nella top ten dei Paesi più attrattivi per i capitali esteri. A dirlo è il “Fdi confidence index” stilato ogni anno dalla società di consulenza AT Kearneay, secondo cui l’Italia è più attrattiva anche per gli investimenti nell’industria 4.0 (Il Sole 24 Ore).

Sul fronte finanziario, dopo due mesi di battaglie legali e mediatiche tra la francese Vivendi e il fondo americano Elliot oggi ci sarà si deciderà chi controllerà il consiglio d’amministrazione di Tim e, quindi, la gestione della società. Vivendi è il primo socio del gruppo con il 23,94% del capitale, Elliott controlla invece il 9,19% (Prima Online). Cassa depositi e prestiti, azionista per il 5%, dovrebbe sostenere il fondo americano. Buone notizie dalla Ferrari: il 2018 del Cavallino rampante è iniziato con una trimestrale da record: l’utile netto è aumentato del 19,4% a 149 milioni di euro e l’indebitamento industriale netto è calato di 60 milioni a 413 milioni di euro (Repubblica).

(com.unica, 4 maggio 2018)