Chissà cosa conteneva il Volkischer Beobachter (Osservatore Popolare), il quotidiano del Partito Nazionalsocialista tedesco, che cessò le pubblicazioni il 27 aprile 1945 ma che fu pubblicato e non distribuito l’ultima volta il 30 aprile 1945, lo stesso giorno della morte di Hitler. Certamente non poteva riportare la cronaca della morte per suicidio del Fuhrer e di Eva Braun che avverrà nel primo pomeriggio di quello stesso giorno e che sarà resa nota al popolo tedesco il giorno dopo con un comunicato speciale di Radio Amburgo preceduto dalle musiche di Wagner e seguito dalle parole del grandammiraglio Donitz che invitò i tedeschi “a piangere il loro Führer, morto da eroe difendendo la capitale del Reich”.

In ogni caso il Volkischer Beobachter accompagnò ll partito e la Germania nazista per oltre un ventennio guadagnandosi una platea vastissima di lettori e il rispetto della stampa internazionale che riportava i suoi pezzi riferendoli a quanto pubblicato da V.B. e che certo non stava per “vogliamoci bene”. Come altri giornali di partito, e non solo, Volkischer Beobachter nacque da un’operazione economica che attinse i fondi da riserve segrete dell’esercito, lo stesso che funzionò da cassaforte di Lenin per la rivoluzione di Ottobre.

Oggi molti di quelli che insistono su un presunto misticismo del nazionalsocialismo e che si inebriano con musiche epiche, dimenticano o forse non sanno che l’autore della Carmina Burana Carl Orff fu tenacemente osteggiato da tale Herbert Gerigk musicologo antisemita che sul Volkischer Beobachter recensì deplorevolmente la Carmina Burana colpevole di usare la lingua latina in un “malinteso ritorno agli elementi originari del far musica”.

(Franco Seccia, com.unica, 27 aprile 2018)