La mostra a Roma alle Scuderie del Quirinale fino al 29 luglio 2018: un suggestivo racconto del Giappone dell’Ottocento, attraverso la natura, i paesaggi, i volti.

Utagawa Hiroshige, tra i più celebri artisti dell’Ukiyo-e, il Mondo Fluttuante, segna una svolta estetica nella storia dell’arte giapponese fino alla fine dell’Ottocento. Conosciuto come il maestro della pioggia e della neve, è diventato celebre per le vedute e i paesaggi del Giappone nelle quattro stagioni e nelle varie condizioni atmosferiche, molto in auge all’epoca. I paesaggi e la natura al centro della sua opera restituiscono all’osservatore quel senso di armonia e di serenità che ha sedotto i nostri artisti impressionisti e post-impressionisti. Lo stesso Vincent Van Gogh copiò il suo famoso “Ponte di Ohashi Sotto la Pioggia”.

In esposizione una selezione di circa 230 opere tra le più importanti di Hiroshige, quali “Cento vedute della Capitale di Edo” e “Cinquantatré Stazioni di posta del Tokaido”, insieme alle xilografie policrome di animali, fiori e insetti, oltre a disegni originali e matrici di stampa ancora intatte.

Utagawa Hiroshige (Edo, 1797 – Edo, 12 ottobre 1858), è stato un incisore e pittore giapponese. Fu allievo di Utagawa Toyohiro e studiò lo stile occidentale introdotto dal fondatore della scuola Utagawa, Toyoharu . Insieme a Hokusai è considerato uno dei principali paesaggisti giapponesi dell’Ottocento e fra i più celebri rappresentanti della corrente artistica Ukiyo-e. La produzione artistica di Hiroshige annovera diversi generi, tra cui stampe di attori, guerrieri, cortigiane, ma l’oggetto principale della sua arte fu la natura nelle sue molteplici espressioni. La contemplazione della natura e la successiva rappresentazione in chiave morfologicamente armonica, è ciò che distingue Hiroshige dagli altri pittori-incisori del suo tempo. Nell’arco di tutta la sua vita Hiroshige creò circa quattrocento incisioni. La serie più famosa di Hiroshige è “Le Cento vedute famose di Edo”. Hiroshige ebbe straordinaria influenza sulla pittura europea di fine Ottocento, soprattutto sull’Impressionismo e Post-Impressionismo, venendo imitato da diversi artisti, tra cui Claude Monet e Vincent van Gogh.

L’Ukyo-e, il Mondo Fluttuante, è un mondo superficiale in cui i piaceri della vita e le mode cambiano con il ritmo delle stagioni, insieme alla celebrità e alla bellezza. Un mondo di ricchezza e di lusso creato e distrutto nello spazio di un sogno. Un mondo di attrazione e di negazione, indulgenza e noia, un mondo veloce e appariscente, in cui non c’è tempo per pensare e ascoltare, ma solo per vivere, per immergersi nell’attimo e lasciarsi andare alla deriva, nel flusso del grande fiume di impermanenza. Un avvertimento premonitore che la vita fatta di bellezza e di visibilità passa rapidamente nel mondo fluttuante. La luna, con la sua bella luce fredda, è il simbolo di questo stato, poiché scivola, distante e indifferente sui paesaggi, sulle vite, sulle storie.

Le immagini naturalistiche di Hiroshige riflettono una serenità che era sconosciuta agli altri artisti del tempo, come ad esempio al grande Hokusai. Oltre alla tranquillità economica di cui godeva Hiroshige, ci sono stati altri fattori che hanno influenzato il suo stile: c’è una componente spirituale profonda e potente nel suo lavoro. I suoi paesaggi testimoniano un autentico amore per la natura, o addirittura una riverenza per essa. Quando si osservano le sue opere, si è consapevoli del senso di origine divina dell’universo, la sensazione che tutto sia intimamente connesso e che anche l’elemento più semplice, apparentemente insignificante e indipendente, come l’uomo stesso, faccia parte del grande ordine cosmico delle cose. Le proporzioni armoniose presenti in tutte le sue stampe si fondono in un insieme, in cui tutte le sensazioni si mescolano e diventano parte di una distaccata chiave di lettura della vita. Eccellenti esempi di questo tono sono le stampe progettate per il montaggio su ventagli rigidi, come la serie del bel ramo di crisantemi in vaso o il gruppetto di oche selvatiche subacquee catturate al chiaro di luna.

L’approccio al paesaggio che mostra nelle sue opere è completamente incantevole, le caratteristiche salienti della composizione sono enfatizzate dalla loro visualizzazione da un angolo, un po’ come uno scorcio alla maniera Occidentale, e il soggetto è in questo modo portato bruscamente a fuoco. Tra tutti, il suo capolavoro rimane Le Cinquantatré Stazioni del Tokaido, raffiguranti le postazioni sulla principale strada arteriosa che collega Edo a Kyoto, più i punti di partenza e di arrivo. Hiroshige viaggiò lungo di essa come parte di una missione ufficiale del governo dello Shogun alla corte imperiale. Il risultato di questo viaggio è stato quello di elevare Hiroshige tra i principali artisti del paesaggio del suo tempo, arrivando persino ad eclissare Hokusai.

(Nadia Loreti, com.unica 16 aprile 2018)