La proposta del Presidente di Gariwo* Gabriele Nissim: creare i giardini dei Giusti nelle più importanti città europee.

Perché parliamo dei Giusti in Europa e perché riteniamo che sia tanto importante farlo ora? In primo luogo perché i Giusti sono il fondamento della cultura europea e rappresentano una delle conquiste fondamentali della nostra civilizzazione. Sono infatti il simbolo dello spazio autonomo dell’individuo che, indipendentemente dalle leggi dello Stato, dai vincoli della religione, dal modo di pensare della maggioranza, si assume una responsabilità personale per il bene comune.

L’uomo giusto non chiede, non delega agli altri, non rimane succube o passivo, ma di fronte al male, alle ingiustizie, mette in gioco la sua persona per aiutare gli altri, per salvare la democrazia, per lottare contro i genocidi. Egli non chiede agli altri la salvezza, ma si occupa di cambiare il mondo nello spazio in cui è sovrano. In questo senso, rappresenta l’espressione più alta della libertà dell’essere umano che non si fa condizionare dagli eventi, dai regimi politici, dalle situazioni avverse, ma che nel suo piccolo è in grado di spingere la Storia in una direzione positiva.

Sono le donne e gli uomini Giusti come Milena Jesenka, Etty Hillesum, Raoul Wallenberg, Dimitar Peshev, Giorgio Perlasca, Lech Walesa, Vaclav Havel, Adam Michnik, Andrej Sacharov, Aleksandr Solzenicyn che hanno creato le condizioni della fine delle dittature e dei totalitarismi, permesso la rinascita dell’Europa dopo la fine della Seconda guerra mondiale e creato i presupposti per la caduta del Muro di Berlino. Gli uomini Giusti non solo soltanto coloro che ci hanno salvato dalle macerie in cui riversava l’Europa, ma sono coloro che rappresentano oggi il fondamento della nostra democrazia e del futuro della comunità europea.

Come diceva il grande scrittore Jorge Luis Borges, riprendendo il concetto dei 36 giusti della Bibbia che tengono in mano le redini del mondo, se non ci fossero oggi uomini che hanno il gusto dell’altro, che amano il dialogo, che accolgono il diverso, che creano ponti tra le diverse culture, la nostra democrazia e la comunità europea non potrebbero andare avanti. È sempre il singolo il grande soggetto. È questa la più grande conquista della cultura europea che tanto può seminare nel mondo intero.

Perché la Giornata europea dei Giusti è così tanto importante? Perché possiamo mostrare alle nuove generazioni il segno più importante della nostra appartenenza all’Europa. È l’idea di libertà e di autonomia dell’individuo che ci fa sentire più vicini gli uni agli altri. Abbiamo uno strumento educativo molto importante per salvaguardare questi valori e renderli patrimonio comune di tutti gli europei, prima di tutto attraverso la valorizzazione di tutti gli esempi positivi degli uomini che sono stati capaci di agire pensando con la propria testa e che si sono assunti delle responsabilità. Come ci hanno insegnato Immanuel Kant, Pierre Hadot, Hannah Arendt, Baruch Spinoza, le coscienze spesso si educano non solo con le prediche, ma prima di tutto attraverso il valore educativo dell’esempio.

È quindi l’esempio del singolo che ci permette di capire molto più che l’astratta enunciazione di un principio. È quello che Kierkegaard chiamava il metodo della comunicazione indiretta che ci permette di comprendere la possibilità di scelta.Non si impone a qualcuno cosa fare, ma con l’esempio si mostrano le grandi possibilità dell’essere umano. È la spinta all’emulazione che tante volte crea il cambiamento, come aveva capito Vaclav Havel a Praga quando aveva fondato Charta 77 e aveva invitato i cittadini a vivere in modo degno nella vita quotidiana per sconfiggere il totalitarismo comunista. Vivere la verità era il suo slogan. Vivere da europei in modo degnopotrebbe essere il discorso di oggi.

Possiamo attuare questo processo educativo in vari modi. Prima di tutto con la costruzione di Giardini dei Giusti nelle più importanti città europee. Abbiamo costruito un Network che raccoglie più di cento Giardini in Italia, in Europa e nel mondo, e vogliamo continuare su questa strada. I Giardini hanno una funzione importantissima per la costruzione dell’Europa, perché mostrano che i Giusti non hanno una patria in particolare, ma appartengono a tutti noi. Sono infatti espressione della pluralità umana, così come della pluralità europea. Vorrei per esempio ricordare come a Milano il Giardino è diventato un ponte tra ebrei e musulmani e come la premiazione di un Giusto cinese, Ho Feng Shan, sia diventata un grande strumento di integrazione e dialogo tra la comunità cinese e la città di Milano.

In secondo luogo dobbiamo invitare i Parlamenti nazionali, le regioni, le municipalità a recepire, come ha fatto a dicembre il Parlamento italiano, la Giornata europea dei Giusti, in modo che questo processo partito da Bruxelles possa radicarsi in profondità in ogni Paese europeo.

La memoria dei Giusti non può essere però un processo dirigistico: è fondamentale che viva e si sviluppi soprattutto nella società civile. Con il Ministero della Pubblica Istruzione abbiamo quindi creato un organismo che si occupa di orientare il lavoro nelle scuole e tra gli insegnanti. La memoria dei Giusti è un grande strumento per la didattica, poiché permette di affrontare in modo nuovo lo studio della storia, della filosofia, della letteratura. Abbiamo scoperto una cosa importante: i Giusti piacciono ai ragazzi perché amano l’idea di futuro. I ragazzi si identificano in modo positivo in quanti sono capaci di essere artefici del proprio destino. Ai giovani piace l’ottimismo, non l’idea della sconfitta. Una visione unilaterale del male trasmessa nelle Giornate della Memoria è stata spesso vissuta dai ragazzi come un elemento senza speranza. Invece parlare del bene possibile permette di guardare la memoria negativa in modo diverso.

Con la comunità europea dobbiamo costruire una rete di Giardini e di esperienze comuni che possano dialogare tra di loro, valorizzando così tutte le realtà. Il Parlamento europeo e la Commissione possono diventare un grande collante per questo processo innovativo di educazione alla cittadinanza. Dobbiamo darci un grande obiettivo: costruire un Giardino dei Giusti proprio qui a Bruxelles, che diventi un simbolo del Parlamento europeo. Immaginiamo che ogni Paese scelga i migliori uomini che si sono opposti ai genocidi e alle dittature e pianti in loro onore un albero in questo Giardino. Questi uomini potranno diventare un esempio per l’Europa intera e promuovere così tra le nuove generazioni un grande processo di emulazione.

Ma i nostri compiti non si fermano in Europa. L’esempio dei Giardini e dei Giusti può diventare una nuova forma di diplomazia politica della comunità europea. Possiamo infatti promuovere l’idea di Bene al di fuori dei confini dell’Europa, come è accaduto per merito della diplomazia italiana con la creazione dei Giardini dei Giusti in Giordania, in Tunisia e tra israeliani e palestinesi a Neve Shalom.

In Italia il Ministero degli Esteri si appresta ad inaugurare alla Farnesina il Giardino dei Giusti diplomatici – non solo italiani -, uomini che sono stati capaci di salvare vite umane durante i genocidi e i peggiori crimini contro l’umanità. Per tutto questo abbiamo bisogno che ci sia un sostegno, non solo politico, da parte dell’Europa. È questo un modo per aiutare esperienze che per la maggior parte dei casi nascono nella società civile, e che meritano di essere sviluppate.

I Giardini dei Giusti non costano molto: si tratta di piantare degli alberi e di rendere migliore il verde delle città. Ma il loro effetto è dirompente.

(Gabriele Nissim, Gariwo 14 aprile 2018)

*Gariwo è l’acronimo di Gardens of the Righteous Worldwide. È una ONLUS internazionale con sede a Milano e dal 1999 opera per far conoscere i Giusti, nella convinzione che la memoria del Bene sia un potente strumento educativo e serva a prevenire genocidi e crimini contro l’Umanità. Per questo crea Giardini dei Giusti in tutto il mondo e utilizza i mezzi di comunicazione, i social network e le iniziative pubbliche per diffondere il messaggio della responsabilità. I Giardini sono spazi pubblici, luoghi di memoria ma anche di incontro e di dialogo, in cui organizzare iniziative rivolte a studenti e cittadini per mantenere vivi gli esempi dei Giusti durante tutto l’anno.