Lanciati più di 100 missili da crociera e aria-terra su obiettivi militari e civili siriani. Secondo Mosca molti sono stati intercettati e abbattuti da Damasco.

Stati Uniti, Francia e Regno Unito hanno lanciato nella notte una serie di attacchi contro alcuni obiettivi in Siria (Reuters). L’azione militare congiunta è stata annunciata dal presidente americano Donald Trump intorno alle 3, ora italiana, con un drammatico discorso alla nazione, in cui ha insistito sulla necessità di agire contro i crimini e la barbarie perpetrati dal regime di Bashar al Assad, definito “un mostro” che massacra il proprio popolo: “Ho dato l’ordine alle forze armate americane – ha detto Trump – di lanciare attacchi mirati su obiettivi legati ai programmi per produrre armi chimiche del dittatore Assad”.

In particolare sarebbero stati colpiti: una struttura di ricerca a Damasco, un deposito di armi chimiche a ovest di Homs, un altro deposito di armi chimiche e un posto di comando nei pressi di Homs (Bbc). Gli obiettivi sarebbero stati individuati con attenzione per evitare il coinvolgimento di basi e militari russi, ma Mosca non sarebbe stata avvertita in anticipo sui siti oggetto degli attacchi. Nell’operazione sarebbero stati impiegati sia aerei che missili lanciati dalle navi. Si tratta della più importante azione militare condotta da Stati Uniti e alleati contro Assad da quando, sette anni fa, è iniziata la guerra civile in Siria. “Questo è un chiaro messaggio per Assad”, ha spiegato il segretario americano alla Difesa, l’ex generale James Mattis, assicurando come al momento non si registrino perdite tra le forze Usa e come sia stato compiuto ogni sforzo per evitare vittime civili. 

L’ambasciatore russo negli Stati Uniti, Anatoly Antonov, ha detto che “queste azioni avranno delle conseguenze” (Bbc). Prima dell’intervento militare i servizi segreti russi avevano accusato la Gran Bretagna di aver inscenato un “finto attacco con armi chimiche” a Douma, con la collaborazione dei Caschi bianchi, come scusa per lanciare l’attacco contro il regime siriano. Accusa respinta come “grottesca, assurda e spudorata” dall’ambasciatrice britannica all’Onu Karen Pierce. Mentre la sua omologa statunitense Nikki Haley aveva dichiarato che Assad avrebbe usato armi chimiche almeno 50 volte negli ultimi 7 anni (Washington Post).

Proprio oggi gli ispettori inviati dall’Onu dovevano iniziare la loro indagine sul campo in cerca di indizi di un eventuale attacco chimico (Guardian). La Nato sostiene l’attacco di Usa, Gran Bretagna e Francia contro i siti di armi chimiche del regime siriano. Lo afferma il segretario generale dell’Alleanza Jens Stoltenberg in una nota. L’azione di stanotte “ridurrà la capacità del regime di condurre ulteriori attacchi contro il popolo siriano con armi chimiche”, aggiunge Stoltenberg, ribadendo come sia “inaccettabile” l’utilizzo dei gas.

(com.unica, 14 aprile 2018)