[ACCADDE OGGI]

Mancavano 20 giorni alla cosiddetta liberazione dell’Italia dall’occupazione tedesca, 23 ne mancavano alla fine di Mussolini e 24 alla definitiva resa delle truppe germaniche in Italia quando, il pomeriggio del 5 aprile 1945, Alessandria fu colpita da un feroce e brutale bombardamento angloamericano che causò la morte di 160 persone quasi tutte civili. Tra essi, quaranta, tra bambini e suore, dell’asilo di Via Gagliaudo.

Quarantacinque case rase al suolo, oltre mille vani distrutti o resi inabitabili, oltre seicento i feriti. Un grido di dolore e rabbia si sollevò dalla popolazione per questo atto di guerra totalmente ingiustificato.  Anche il comando provinciale  dei partigiani del C.L.N. inviò  una dura nota di protesta al Comando Alleato in Italia. Ma tutto fu vano e la città che ancora piangeva  le quasi trecento vittime, tutte civili, tra casalinghe, bambini, operai e solo 17 militari, del micidiale bombardamento del 30 aprile 1944 sarà ancora oggetto di bombardamenti e di mitragliamenti a bassa quota (cecchini aerei che mitragliavano esclusivamente incolpevoli civili) fino al 24 aprile del 1945.

Il 25 aprile Alessandria avrà ben poco da festeggiare intenta com’era a ritrovare una città distrutta e a ripulirla dai cadaveri sepolti tra le macerie. Cosi l’ottuagenaria suor Nella racconta la fine dei poveri bimbi sepolti dal crollo dell’asilo di via Gagliaudo di Alessandria: “ Ero novizia, avevo vent’anni, sono rimasta in cima alle scale a contare gli aerei che passavano: ‘’uno, due, tre …’’. Poi all’improvviso è successo … Dopo, ero sepolta tra le macerie, sporgeva solo un braccio. Sentivo le grida dei bambini, i soccorritori che urlavano: ‘’State tranquilli, veniamo a prendervi’’. Poi le voci dei bimbi si sono fatte sempre più deboli e alla fine sono cessate”.

(Franco Seccia/com.unica, 5 aprile 2018)