l Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha incontrato ieri al Quirinale alcuni studenti di Scuole secondarie di secondo grado che gli hanno rivolto alcune domande. Interrogato su quale sia il contributo che scuola e studenti possono offrire per rimuovere e superare le disparità sociali, Mattarella ha sottolineato che la scuola “è lo strumento più importante per combattere le diseguaglianze perché è la cultura che consente di rimuovere l’ingessatura sociale, quella per cui per tanto tempo, nel passato, le nuove generazioni facevano sempre il lavoro delle precedenti; e c’erano talenti di grandi qualità che restavano inespressi perché non potevano accedere alla cultura, allo studio, alla preparazione”. “La scuola – ha rimarcato il Capo dello Stato – è l’elemento più dirompente contro l’ingiustizia sociale e l’immobilità. E la mobilità sociale è un obiettivo presente nella nostra Costituzione: l’articolo 3, nel suo splendido enunciato, dice che la Repubblica deve rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che impediscono il pieno esprimersi delle personalità, di ciascuna persona”.

“Questo è un obiettivo della Repubblica, della Costituzione, e quindi la scuola è lo strumento principale per questo”, ha aggiunto il Presidente, prima di spiegare: “ciò significa una scuola che sappia far esprimere i talenti di ciascuno, che non discrimini; una scuola in cui vi sia una collaborazione tra tutti: gli studenti perché partecipino in maniera consapevole e attiva al progetto educativo, gli insegnanti, i docenti, i professori, perché sappiano tirar fuori da ciascuno quello che ha da esprimere”.

“La tradizione del nostro corpo docente nelle scuole non è quella di interpretare il proprio ruolo in maniera burocratica, ma di capire che ogni classe è fatta da tante persone, ognuna delle quali ha il suo percorso, il suo modo di apprendere”, ha osservato il Capo dello Stato. “E quindi occorre saper modulare – riferito a ciascuno – il modo in cui si insegna. Il consentire a ciascun studente di esprimersi con libertà, senza condizionamenti economici o sociali di provenienza, riguarda però anche le famiglie perché il patto educativo con la famiglia è di grandissima importanza”.

“In queste settimane abbiamo ascoltato spesso notizie di aggressioni ai docenti”, ha detto Mattarella riferendosi ai recenti fatti di cronaca. “Si tratta di episodi incivili e inammissibili”, ha sottolineato. “Ma quando i genitori si permettono un atteggiamento di contrapposizione alla scuola vanno anche contro l’interesse dei propri figli, perché sono la collaborazione, il dialogo, lo scambio di opinioni tra famiglia e scuola che consentono a ciascun ragazzo e ragazza di esprimersi con pienezza. Qui vi è la chiave per rompere ogni diseguaglianza sociale”.

All’incontro di oggi al Colle hanno partecipato gli studenti del Liceo delle scienze umane “G. Mazzini” di Locri (RC); Liceo artistico musicale Misticoni Bellisario di Pescara; Istituto Luciano Dal Cero di San Bonifacio (VR); Istituto superiore Carlo Dell’Acqua di Legnano (MI), Liceo classico statale Mario Cutelli di Catania; Istituto Vincenzo Dandolo di Bargnano di Corzano (BS); Liceo classico Pilo Albertelli di Roma; Istituto Galileo Galilei di Roma e Istituto Pastori di Brescia.